Washington (Usa), 9 lug. (LaPresse) – Il Fondo monetario internazionale rivede al ribasso le stime sul Pil per l’Italia. Nel 2013 si dovrebbe registrare una contrazione dell’1,8%, più marcata rispetto a quella ipotizzata ad aprile, dell’1,5%. Nel 2014 si dovrebbe però registrare una crescita dello 0,7%, maggiore di quella ipotizzata in precedenza, pari allo 0,5%.

ITALIA PEGGIORE DI TUTTO IL G8. L’economia italiana presenta la performance peggiore di tutto il G8, nonostante il fatto che il Fmi abbia rivisto al ribasso sia le stime mondiali che quelle dell’area euro. La crescita mondiale prevista per il 2013 sarà pari al 3,1%, contro il 3,3% ipotizzato ad aprile. Per l’area euro si registrerà una contrazione dello 0,6% contro lo 0,4% ipotizzato ad aprile.

RIVISTI AL RIBASSO ANCHE USA, CINA E BRASILE. Le forbici dell’Fmi colpiscono anche gli Stati Uniti: per il 2013 la crescita prevista cala all’1,7% contro l’1,9% ipotizzato ad aprile, mentre per il 2014 si riduce al 2,7 dal precedente 2,9%. Anche la crescita di Cina e Brasile è rivista significativamente al ribasso: le previsioni per il gigante asiatico scendono al 7,8% (contro l’8,1% precedente) per il 2013 e al 7,7% (contro l’8,3%) per il 2014; quelle per il Paese carioca calano invece al 2,5% (contro il 3%) per il 2013 e al 3,2% (contro il 4%) per il 2014. In controtendenza il Giappone: il Fondo monetario ha rivisto la previsione di crescita al 2% per il 2013 contro l’1,5% ipotizzato ad aprile.

REGNO UNITO RIVISTO AL RIALZO. Un po’ meglio che all’Italia va alla Spagna, che registerà una flessione pari all’1,6% nel 2013, mentre la Francia segnerà una contrazione molto più contenuta, pari allo 0,2%. Segno più invece per la Germania, che segnerà +0,3% (stima anche questa rivista al ribasso, dal precedente +0,6%) e per il Regno Unito, che registrerà +0,9%: in questo caso la stima è stata rivista al rialzo, dal precedente 0,6%.

“IN EUROPA SERVE L’UNIONE BANCARIA”. “Rischi vecchi e nuovi ancora dominano lo scenario” globale, spiega il Fmi. “Anche se rischi di colpi di coda della crisi sono diminuiti, saranno necessarie misure addizionali per mantenerli a distanza”. Nell’area euro, in particolare, prosegue l’istituto, “una revisione dell’assetto bancario dovrebbe idendificare i problemi di asset e quantificare le necessità di capitale, supportando la ricapitalizzazione diretta attraverso l’Esm quando appropriato”. E ancora, “a partire dagli accordi più recenti, sono necessari anche progressi verso una più piena unione bancaria attraverso un meccanismo singolo di risoluzione delle crisi”.

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