Bruxelles (Belgio), 29 mag. (LaPresse) – La Commissione Ue ha adottato la raccomandazione per l’uscita dalla procedura di deficit eccessivo per l’Italia e altri quattro Paesi, Lettonia, Ungheria, Lituania e Romania. Tuttavia il debito italiano “ha un peso enorme” e per questo il Paese “non può allentare gli sforzi, riteniamo che ci sia ancora tanto lavoro da fare”, ha ammonito il presidente della Commissione Ue, José Barroso, che ha aggiunto che nell’incontro con il primo ministro italiano, Enrico Letta, il capo del governo “si è assunto un impegno pieno sulle riforme” e “gli italiani sanno quanto sia importante per il Paese riprendersi parte della competitività perduta”. Secondo il presidente del braccio esecutivo di Bruxelles “negli ultimi mesi” l’Italia “ha perso quote di mercato”.
Secondo quanto si legge nelle raccomandazioni Ue per il 2013, l’Italia deve “proseguire l’aggiustamento” dei conti pubblici “a un ritmo adeguato e attraverso la crescita” per raggiungere il pareggio di bilancio strutturale nel 2014. Il debito pubblico “molto alto”, prosegue Bruxelles, deve essere indirizzato “su un percorso di costante declino”. Il governo italiano deve inoltre proseguire per arrivare “alla piena implementazione delle riforme”. Bruxelles chiede al governo italiano di accelerare su efficienza della P.a., semplificazione della giustizia civile, rafforzamento della riforma del mercato del lavoro e dei salari, spostamento della tassazione da lavoro e capitale ai consumi, miglioramento della qualità di formazione e scuola, proseguimento della spending review e apertura dei mercati attraverso le liberalizzazioni.
Il Commissario Ue agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, ha tuttavia avvertito che l’Italia ha margini di manovra “molto stretti” nonostante l’uscita dalla procedura per deficit eccessivo e per questo “è importante l’inserimento di forti salvaguardie per garantire” che il disavanzo non sfori il 3% del Pil. Rehn ha ricordato che il governo italiano spenderà già molto per il pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione con le imprese. Per Rehn “la chiave della ripresa” in Italia è il rafforzamento delle riforme strutturali.
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