Berlino (Germania), 13 mag. (LaPresse/AP) – Un’unica agenzia di salvataggio europea e fondo di salvataggio per le banche in difficoltà è giuridicamente insostenibile fino a quando non saranno rivisti i trattati che regolamentano l’Unione europea, operazione che richiede tempo. Lo scrive sul Financial Times il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, che propone un “approccio in due tempi” che possa lasciare i salvataggi delle banche nelle mani di “una rete” di autorità nazionali fino a quando non saranno state apportate le modifiche ai trattati. “L’Unione europea – scrive il ministro – non dispone dei mezzi coercitivi per imporre decisioni. Le sue radici storiche sono giovani. La sua legittimità democratica può essere ancora migliorata”. L’Europa, sostiene Schaeuble, non dovrebbe correre per istituire un’autorità per la risoluzione delle crisi bancarie, ma dovrebbe prima basarsi sulla cooperazione tra le agenzie nazionali.
Il ministro fa sapere che Berlino valuterà a “mente aperta” la proposta al vaglio della Commissione europea sull’ente di vigilanza. Ma ha avvertito che i trattati europei in vigore “non sono sufficienti” per dare vita a una “nuova e forte autorità centrale”. “Non possiamo fare promesse che non siamo in grado di mantenere”, scrive ancora Schaeuble, secondo cui le previsioni che volevano un solo supervisore bancario europeo già operativo all’inizio dell’anno “costano la credibilità dell’Ue”. “Modificare i trattati – aggiunge – richiede tempo. Fortunatamente l’alternativa non è tra avere ora una autorità di risoluzione legalmente traballante e rinviare il lavoro di rafforzamento sulle banche”. Secondo Schaeuble, un meccanismo basato una rete di autorità nazionali potrebbe iniziare a lavorare una volta che sarà attivo l’ente di supervisione bancario. E, scrive, si potrebbe basare su fondi nazionali invece che su un singolo fondo europeo di risoluzione.
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