Bce, domani focus su crisi Cipro, improbabile taglio tassi

Francoforte (Germania), 3 apr. (LaPresse/AP) – Tenterà di rassicurare i mercati dopo la crisi di Cipro il presidente della Bce, Mario Draghi, nella conferenza stampa di domani al termine del Consiglio direttivo dell’Eurotower, a a Fraconforte. Il mese scorso Draghi aveva scacciato i fantasmi di una nuova profonda turbolenza sull’eurozona per il risultato politico in Italia, parlando di mercati maturi e in grado di interpretare e digerire i passaggi della democrazia. Alle spalle del numero uno della Bce c’era tuttavia anche l’ombra rassicurante del meccanismo anti-spread, ovvero il programma Omt, che potrebbe essere attivato in caso di necessità mettendo in sicurezza la tenuta dei conti pubblici di un Paese dell’area. Questa volta, invece, il faro della riunione sarà acceso sulla piccola Cipro e sul piano di salvataggio, la cui ombra appare lunga e minacciosa per il prelievo forzoso che ha spaventato i risparmiatori dell’eurozona.

La Bce di Draghi si distingue per un forte attivismo, rimasto sempre nella cornice dei trattati che impedisce un finanziamento diretto ai governi dell’euro. Dopo aver tagliato più volte i tassi fino al minimo storico dello 0,75% e aver introdotto un paracadute contro lo spread, quando i politici di Cipro hanno bocciato in Parlamento il primo piano di tassazione una tantum sui depositi delle banche l’Eurotwer è intervenuta con tempestività dando un ultimatum sulla liquidità di emergenza che sarebbe stata disponibile per gli istituti di credito dell’isola. Termine che ha facilitato l’accordo ed evitato il default. Domani, tuttavia, Draghi potrebbe essere messo alle strette dalle domande dei giornalisti in merito alle severe restrizioni sui movimenti di capitale imposte a Cipro, misura senza precedenti per uno Stato membro dell’eurozona.

Richard Barwell e Xinying Chen, analisti di Royal Bank of Scotland, ritengono che il presidente della Bce vada incontro al rischio di “sminuire un problema serio”. La maggior parte degli economisti ritiene che il Consiglio direttivo lascerà il costo del denaro invariato, perché secondo Draghi il problema reale non sarebbero i tassi, che anzi potrebbe essere rischioso ridurre ulteriormente, ma l’incapacità del credito di trasferirsi alle imprese e quindi di ridare slancio all’economia reale. Le banche dei Paesi fortemente indebitati fanno comunque fatica a prestare denaro a tassi convenienti per le aziende. “Riteniamo che un credit easing, ossia l’acquisto presso le banche dei prestiti alle imprese, sia l’unico strumento per cambiare il corso delle cose in termini di politica monetaria”, spiega Pierre Olivier Beffy, Chief Economist di Exane BNP Paribas.