Milano, 25 mar. (LaPresse/Finanza.com) – L’ottimismo sul salvataggio di Cipro, raggiunto nella notte, è durato lo spazio di poche ore. A Piazza Affari l’indice Ftse Mib è scivolato nel pomeriggio arrivando a chiudere con una flessione del 2,50% a 15.644 punti. A scatenare le vendite le dichiarazioni di Jeroen Dijsselbloem e le voci di un imminente downgrade di Moody’s sull’Italia a causa dell’incerto scenario politico. Il presidente dell’Eurogruppo ha dichiarato che il piano di ristrutturazione delle banche cipriote potrebbe rappresentare un modello standard per il resto dei Paesi dell’Eurozona. L’agenzia Usa, che ha un rating ‘Baa2’ sul debito tricolore, non ha invece commentato le voci di un downgrade sull’Italia.
E dire che la seduta era iniziata nel migliore dei modi, con il listino milanese in festa per il via libera al piano di aiuti per Cipro da parte della troika per 10 miliardi di euro, che ha allontanato lo spettro di un’uscita dell’isola dalla zona euro. A pagare il dazio maggiore, complice la risalita dello spread in area 320 punti base e un report di Mediobanca che ha tagliato il giudizio sul comparto Ue a underperform, sono stati i titoli del settore bancario: Intesa SanPaolo ha ceduto il 6,21% a 1,147 euro, Unicredit il 5,81% a 3,374 euro, Banco Popolare il 5,86% a 1,012 euro, Ubi Banca il 4,76% a 2,92 euro, Mediobanca il 5,30% a 4,218 euro. Tra i finanziari male anche Generali che ha lasciato sul parterre il 3,35% a 12,70 euro. Mediaset ha ceduto il 4,49% a 1,554 euro alla vigilia della pubblicazione dei conti dell’esercizio 2012. Il gruppo di Cologno Monzese si prepara a chiudere il primo bilancio in rosso della sua storia. L’appuntamento è fissato per domani e gli analisti prevedono che la perdita del gruppo controllato dalla famiglia Berlusconi dovrebbe aggirarsi intorno ai 45 milioni di euro, sostanzialmente stabile rispetto al rosso dei primi nove mesi del 2012 (45,4 milioni di euro). In retromarcia anche big del calibro di Finmeccanica e Telecom Italia, che hanno ceduto rispettivamente il 3,63% a 3,874 euro e il 3,57% a 0,595 euro. Fiat ha perso il 3,29% a 4,298 euro mentre sul mercato tiene banco la fusione tra il Lingotto e Chrysler e il riposizionamento del gruppo sulle auto di categoria medio-alta, che secondo La Repubblica saranno finalizzati entro giugno 2014, quando cadrà il decimo anniversario dell’insediamento di Sergio Marchionne alla guida del Lingotto. Il principale ostacolo alla fusione con Chrysler, che secondo Banca Imi potrebbe permettere al Lingotto di accedere alla cassa di Detroit, è la sorte del 41,5% del gruppo Usa in mano a Veba, il fondo pensionistico del sindacato americano delle quattro ruote. Dopo che la Corte del Delaware stabilirà il prezzo di questo pacchetto, la situazione si farà più chiara per la fusione Fiat-Chrysler. In decisa controtendenza Parmalat che ha svettato sul Ftse Mib con un rialzo del 2,10% a 1,993 euro.
EUROPA IN ROSSO. Chiusura di seduta con il segno meno per i listini del Vecchio continente nonostante il bailout di Cipro. A Londra il Ftse100 ha terminato in calo dello 0,22% a 6.378,38 punti, rosso di mezzo punto percentuale (-0,51%) per il Dax di Francoforte che si è fermato a 7.870,9 e -1,12% per il Cac40 di Parigi a 3.727,98. La performance peggiore è stata registrata dall’Ibex, sceso del 2,27% a 8.140,6.
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