Roma, 5 feb. (LaPresse) – “La natura sistemica della corruzione ha comportato un ingigantimento del bene giuridico offeso e una rarefazione del contenuto di disvalore dei singoli comportamenti di corruzione. La corruzione sistemica, oltre al prestigio, all’imparzialità e al buon andamento della pubblica amministrazione, pregiudica, da un lato, la legittimazione stessa delle pubbliche amministrazioni e, dall’altro, l’economia della nazione”. E’ l’allarme lanciato dal presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, intervenendo all’inaugurazione dell’anno giudiziario 2013.
Per questo, ha detto, “la risposta” alla corruzione “non può essere di soli puntuali, limitati, interventi circoscritti, per di più su singole norme del codice penale, ma la risposta deve essere articolata ed anch’essa sistemica”. “La metamorfosi del fenomeno criminale – ha proseguito Giampaolino – ha comportato un significativo mutamento della natura del disvalore dei fatti di corruzione e del bene giuridico offeso”. Il presidente della Corte dei Conti ha sottolineato l’importanza “della parte amministrativa” della legge anticorruzione 190/2012 “che assume la portata di una riforma delle pubbliche amministrazioni ai fini della prevenzione e della lotta alla corruzione, riforma che attende ora la sua prova più difficile, quella della realizzazione”.
Secondo il procuratore generale Salvatore Nottola negli ultimi 10 anni le frodi all’Unione europea, in tema di infrastrutture, hanno fruttato oltre un miliardo di euro. “Sono ben note – ha spiegato – le situazioni di dissesto finanziario nelle quali spesso si trovano gli enti partecipati, le condotte illecite che si sostanziano in in acquisti poco avveduti, illegittime assunzioni di personale e di consulenti, e non raramente fatti di rilevanza penale: proprio nelle aree di coesistenza di capitali ‘pubblici’ e ‘privati’ vanno di frequente ad annidarsi fenomeni di corruzione”.