Milano, 16 gen. (LaPresse) – “In 3 o 4 anni impiegheremo pienamente tutti i nostri lavoratori in Italia”. Lo ha detto l’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, durante il suo discorso al ‘Quattroruote Day’ in Borsa a Milano. Il manager italo-canadese ha ribadito quanto affermato a Melfi in occasione dell’annuncio dell’investimento da oltre 1 miliardo di euro sullo stabilimento. Marchionne ha spiegato di attendersi un mercato europeo dell’auto nel 2013 “in linea con il 2012: andranno bene America, Brasile e Cina”. Per quanto riguarda il fronte asiatico, il numero uno di Fiat-Chrysler ha sottolineato che “la capacità dello stabilimento cinese” che produrrà Jeep “partirà da 100 mila vetture” annue, “espandibile a 200 mila” e la produzione “potenzialmente può cominciare in 18 mesi”. Su Mirafiori, ha chiarito, “quando saremo pronti a annunciare altri investimenti lo faremo”. Nel frattempo Marchionne ha assicurato che Fiat “non chiuderà nessuna fabbrica” a differenza di “altri che in Europa lo hanno fatto”. Poi ha ribattuto a chi ha polemizzato ieri sulla richiesta di cassa integrazione avanzata dal Lingotto per ristrutturare lo stabilimento di Melfi. “Le dichiarazioni dei politici italiani di ieri su Melfi sono oscene”, ha detto, Fiat in Italia è diventata “il football politico di tutti quanti”. “Sel non c’era 114 anni fa – ha precisato Marchionne – e la Fiom neanche. Il vero problema è che noi siamo oggetto politico in questo Paese e non lo siamo in America. Lo siamo diventati brevemete durante le elezioni americane, abbiamo risposto dando comunicazione ai nostri dipendenti solo per difendere l’azienda. Ma è un caso veramente strano, non succede mai”.