Oggi e domani a Bruxelles summit Ue su bilancio 2014-2020

Bruxelles (Belgio), 22 nov. (LaPresse/AP) – I leader europei si ritrovano a Bruxelles dove oggi e domani si confronteranno per decidere quanto l’Ue potrà spendere fino al termine del decennio. L’attuale proposta per il bilancio 2014-2020 della Commissione Ue, il braccio esecutivo di Bruxelles, è di 1.025 miliardi di euro. In questa ipotesi i 27 singoli Stati membri farebbero confluire l’1% del proprio Pil nella spesa comune. Parte del denaro del bilancio viene investito in tutta Europa su vari progetti per rafforzare l’economia del continente, come sovvenzioni alle imprese o all’agricoltura e alla pesca, o su altri progetti comuni, come il controllo delle frontiere e la diplomazia. Circa l’80 per cento del budget viene ridistribuito agli Stati membri, mentre il resto rimane in dotazione alla Commissione. La quantità di spesa su cui i leader discuteranno è tuttavia grande solo in termini assoluti.

Facendo le proporzioni con bilancio e Pil del Regno Unito, la spesa comunitaria risulta appena un sesto di quella che gestisce Downing Street. Tutti i 27 Paesi Ue devono essere d’accordo sul limite di spesa prima dell’approvazione. Secondo le attese, il Consiglio Ue potrebbe prolungarsi fino a sabato ed è probabile che le negoziazioni sul bilancio settennale si prolunghino anche nel corso del prossimo anno. La quantità di denaro dato all’Ue è oggetto di un feroce dibattito in diversi Stati membri. Da un lato un gruppo di una quindicina Paesi, tra cui Portogallo, Polonia, Spagna e Grecia, chiedono di accogliere la proposta della Commissione Ue. In particolare Portogallo e Polonia chiedono un ampliamento della capacità di spesa per rilanciare la crescita. Un altro gruppo di Paesi, invece, guidati dal Regno Unito, chiedono un taglio al bilancio di 200 miliardi di euro. A favore di una riduzione della spesa più contenuta ci sarebbero Francia e Germania.

“Queste sono negoziazioni molto importanti. Chiaramente, in un momento in cui stiamo prendendo decisioni difficili in patria sulla spesa pubblica, è piuttosto sbagliata una proposta di aumento delle spese in Ue”, ha commentato il premier britannico David Cameron all’arrivo a Bruxelles. “Per questo – ha aggiunto – ci impegneremo a fondo per raggiungere un accordo che sia vantaggioso sia per i contribuenti britannici che per quelli europei, e per mantenere lo sconto”.

Martedì, il ministro italiano per gli Affari europei, Enzo Moavero, ha spiegato che “l’Italia è pronta a porre il veto se l’accordo non sarà equo per i suoi cittadini”. Il governo Monti teme che la sforbiciata europea possa colpire i fondi per la coesione, ovvero quelli destinati alle regioni europee meno ricche, e quelli per l’agricoltura.