Roma, 15 lug. (LaPresse) – “La strada praticabile è quella di garantire, con un programma pluriennale, vendite di beni pubblici per 15-20 miliardi l’anno, pari all’1 per cento del Pil”. Così Vittorio Grilli, neo ministro dell’Economia, intervistato dal Corriere della Sera parla della sua ‘ricetta’ per un possibile percorso di rientro dal debito pubblico “oggi intorno al 123 per cento”, al quale, dice, “sarei felice di dare un colpo secco” e “portarlo sotto quota 100, sarebbe bellissimo”. I problemi, afferma il ministro, non mancano e sono la mancanza di “asset vendibili dello Stato e degli enti pubblici, come vent’anni fa”, un “patrimonio immobiliare di difficile valorizzazione” e “molte attività sparse a livello locale”, che rendono difficile il raggiungimento dell’obiettivo.
Molte, per il ministro, le cose che è possibile fare. “Intanto”, spiega, “abbiamo ridotto” le tasse, visto che “l’aumento dell’Iva al 23 per cento era già previsto per legge”, “si possono ridurre ancora le agevolazioni fiscali e assistenziali, intervenire sui trasferimenti alle imprese, le ipotesi sono tante”. Sul suo futuro dopo il 2013, Grilli esclude l’ipotesi di lavorare ancora in politica perché, spiega, “non fa per me. Sono orgoglioso di fare qualcosa per il mio Paese”.