Berlino (Germania), 30 dic. (LaPresse/AP) – I leader dell’Unione europea riusciranno a stabilizzare l’eurozona nel 2012 e a mantenere in vita la moneta unica. Lo ha detto il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble in un’intervista concessa al quotidiano Handelsblatt. Il ministro ha ammesso che molti problemi che si erano creati col tempo devono essere ancora risolti in alcuni Paesi ma ha aggiunto: “Penso che nei prossimi 12 mesi faremo sufficienti passi in avanti per poter scongiurare il pericolo di contagio e stabilizzare la zona euro”. Quando gli è stato chiesto se poteva escludere il crollo del blocco dei 17 Paesi che condividono la stessa valuta, Schaeuble ha risposto: “Considerando tutto quello che so in questo momento, sì”.
Il ministro ha poi insistito sul fatto che i politici europei “stanno facendo tutto il possibile per prevenire” lo smembramento dell’eurozona. “Naturalmente – ha proseguito – l’Ue non può costringere nessuno a rimanere, se qualcuno non volesse più fare parte del blocco. Ma finora non è successo nulla del genere”. La Germania, la più grande economia dell’Europa, è un elemento cruciale per risolvere la crisi del blocco. Berlino appoggia l’introduzione di misure di austerità da parte di governi, ma si oppone a ipotesi come eurobond e acquisti di grandi quantità di titoli di Stato da parte della Banca centrale europea. Secondo il governo tedesco, non esiste un modo immediato per risollevare il continente dalla crisi. “Parlare di bazooka e simili ci porta soltanto a non affrontare le cause della crisi”, ha continuato Schaeuble.
All’inizio del 2012 Italia e Spagna avranno bisogno di grandi somme di denaro, e il ministro tedesco ha ammesso che le esigenze di finanziamento saranno “non trascurabili”. “Ma più riconquisteremo la fiducia nei mercati, più gli investitori saranno attirati dall’eurozona e non soltanto dai bond tedeschi”, ha affermato Schaeuble, aggiungendo: “Non c’è carenza di denaro nel mondo”. “In caso di dubbio – ha concluso – bisogna pagare un tasso di interesse un po’ più alto sui titoli di Stato. Questo non è dannoso di per sé e può anche favorire la comprensione del fatto che dobbiamo affrontare le cause della crisi: debiti troppo alti e mancanza di competitività”.