Bruxelles (Belgio), 8 dic. (LaPresse/AP) – Si è aperto a Bruxelles il vertice dei leader dei 27 Paesi dell’Unione europea, che si preannuncia però molto lungo. Posta in gioco: il futuro dell’euro, la stabilità del sistema finanziario globale e il bilanciamento dei poteri in Europa. L’incontro è cominciato con una cena di lavoro a 27, ma arrivando al summit il cancelliere tedesco Angela Merkel ha annunciato che probabilmente in serata si terrà un vertice riservato solo ai Paesi dell’eurozona.

Al centro della discussione la proposta franco-tedesca di modificare i trattati per arrivare a un’unione fiscale dei 17 membri dell’eurozona, unione che prevederebbe anche sanzioni automatiche per i Paesi che non rispettano le norme comuni. Si tratta di un argomento piuttosto spinoso vista anche la ferma opposizione della Gran Bretagna, decisa a non concedere modifiche ai trattati senza ottenere qualcosa in cambio. “La stabilità dell’euro è importante, per la Gran Bretagna oltre che per l’eurozona, ma è importante anche proteggere gli interessi del Regno Unito ed è di questo che discuteremo”, ha detto il primo ministro britannico David Cameron arrivando al vertice.

ARGOMENTI SUL TAVOLO. Di seguito i principali argomenti sul tavolo proposti da Francia e Germania.

1. In primo luogo, appunto, la modifica dei trattati per andare verso un’unione fiscale a 17.

2. In secondo luogo le istituzioni europee come la Commissione dovrebbero imporre sanzioni ai Paesi che superano una certa soglia prefissata del deficit, ma l’ampiamento dei poteri di queste istituzioni richiederebbe l’accordo di tutti e 27 gli Stati membri dell’Ue. A questo proposito Associated Press ha da poco preso visione di una bozza di conclusioni del summit, comunque ancora in discussione, in cui si legge che i Paesi dell’eurozona dovrebbero adottare un limite massimo dello 0,5% per il deficit annuale, tetto più rigido rispetto all’attuale 3% previsto dalla normativa europea.

3. Terzo nodo in discussione: aumentare la possibilità economica dell’Europa di salvare i suoi Stati membri.

4. In quarta istanza Berlino e Parigi intendono assicurarsi che qualsiasi futuro accordo di salvataggio non chiederà ai privati di farsi carico di parte della spesa, come è avvenuto invece per gli aiuti alla Grecia.

5. Infine la proposta di rendere più efficiente il fondo di salvataggio permanente da 500 miliardi suggerendo che a prendere le decisioni dovrebbe essere una stretta maggioranza di Paesi che detiene l’85% del capitale della Bce. Questo darebbe in sostanza alle sei principali economie il potere di decidere anche per gli altri 11 Stati dell’eurozona.

SARKOZY:ULTIMA CHANCE. Sarkozy ha detto stamattina che il vertice di Bruxelles rappresenta l’ultima chance. “Se non raggiungeremo un accordo domani, allora non avremo una seconda possibilità”, ha detto intervenendo alla conferenza del Partito popolare europeo a Marsiglia. “Ormai non si crede più alle nostre parole perché troppo spesso non le abbiamo rispettate”, gli ha fatto eco la Merkel. Il governo di Parigi sembra ottimista sulla possibilità di raggiungere un accordo nell’ambito della due giorni di Bruxelles. Non così Berlino: “Per raggiungere un accordo potrebbe servire tempo fino a Natale”, aveva detto ieri una fonte vicina ai negoziati coperta dall’anonimato.

CHI SI OPPONE. A opporsi a una modifica dei trattati che interesserebbe solo l’eurozona non è solo la Gran Bretagna, ma anche gli altri 10 Stati che non hanno la moneta unica. Scettici per esempio Svezia e Finlandia. Un segnale di apertura è arrivato invece dalla Danimarca: arrivando al vertice stasera il primo ministro danese Helle Thorning-Schmidt si è detta “aperta alla modifica dei trattati europei”, aggiungendo che “la cosa importante è mantenere insieme tutti i 27 Stati membri”. Trovare un accordo sui trattati europei o sulle loro modifiche è spesso stato complicato. Ultimo esempio il trattato di Lisbona, rigettato da un primo referendum in Irlanda prima di essere approvato al secondo voto.

OBAMA: PREOCCUPATO DA CRISI UE. E mentre i leader Ue arrivavano nella capitale belga per l’incontro il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha espresso da Washington la sua preoccupazione. Sono “molto preoccupato” per la crisi del debito in Europa e per il grande impatto che potrebbe avere sulla capacità di generare posti di lavoro negli Stati Uniti, ha detto parlando dalla Casa Bianca. Obama ha tuttavia aggiunto che i leader europei possono risolvere la crisi del debito se riescono a far convergere la volontà politica. Non c’è motivo per cui l’Europa dovrebbe non risolvere i problemi, ha detto. “Non è come se stessimo parlando di un Paese povero che non ha le risorse”, ha concluso.

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