Milano, 8 lug. (LaPresse) – Chiusura in profondo rosso per Piazza Affari, con l’indice Ftse Mib che perde il 3,47% a 19.049,88 punti e il Ftse All-Share che cede il 3,29% a 19.794,13 punti. Secondo una fonte Consob, a scatenare oggi il panico nel venerdì nero della Borsa di Milano sarebbe stata una reazione “iper-eccessiva” degli operatori alle notizie che hanno messo sotto pressione il debito dell’Italia. Si rincorrevano oggi le voci su un attacco speculativo contro Roma, dopo il downgrade del Portogallo da parte di Moody’s. Anche perché la paura è tornata in tarda mattinata, come venerdì 24 giugno. Stamattina il differenziale Btp-Bund ha toccato un nuovo record oltre i 240 punti base (vale a dire una differenza pari al 2,4%), con il rendimento dei titoli tedeschi a circa il 2,9% e quello dei decennali italiani salito oltre il 5,3%. Inoltre, il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, che i mercati considerano il guardiano dei conti pubblici italiani, risulta indebolito dal coinvolgimento nell’inchiesta sulla P4 del suo collaboratore, Marco Milanese. Il Ftse Mib è il peggiore tra i listini delle principali Borse europee, con il Dax di Francoforte che perde lo 0,92% a 7.402,73 punti, il Cac 40 di Parigi che cede l’1,67% a 3.913,55 punti e il Ftse 100 di Londra che mostra un calo dell’1,06% a 5.990,58 punti. Neanche dagli Stati Uniti sono arrivati segnali confortanti. La disoccupazione ha raggiunto a giugno un tasso del 9,2% e Wall Street sta reagendo all’annuncio con un andamento negativo.
A Milano sono ancora le banche a soffrire di più per le turbolenze, con il settore colpito da vendite a raffica. Crollano Banco Popolare (-6,46% a 1,42 euro), Banca Montepaschi (-3,01% a 0,5155 euro), Popolare Milano (-6,12% a 1,533 euro), Intesa Sanpaolo (-4,56% a 1,654 euro), Ubi Banca (-5,84% a 3,58 euro). Ma peggio di tutti fa Unicredit, che lascia il 7,85% a 1,232 euro. Nonostante il via libera dell’Antitrust all’ingresso di Piazza Cordusio al 6,6% post aumento di capitale in Fondiaria-Sai, il titolo affonda di nuovo, perdendo il 7,01% a 2,07 euro. Il titolo della scuderia Ligresti ha perso il 31,75% del valore in solo mese, messo sotto pressione dall’operazione sul patrimonio. Fuori dal paniere principale, Premafin cala dell’1,07% a 0,4699 euro.
Cade Parmalat, nel giorno in cui si chiude l’Opa di Lactalis. Collecchio lascia nella seduta il 2,26% del valore a 2,504 euro. Il Consiglio di Stato deciderà il prossimo 12 luglio sulla legittimità dell’operazione dei francesi di Laval, dopo il ricorso del Codacons. Vendite anche su Telecom Italia, anche se il colosso delle telecomunicazioni ha comunicato oggi il suo rafforzamento in Brasile, con l’acquisizione per 700 milioni di euro (1,6 miliardi di reais) di Aes Atimus, operatore del settore delle infrastrutture di telecomunicazioni negli stati di San Paolo e Rio de Janeiro. Telecom Italia chiude con un calo del 2,21% a 0,883 euro. Il venerdì nero non risparmia neppure Fiat, che registra un calo del 3,27% a 7,245 euro. Il Lingotto ha smentito oggi articoli di stampa, affermando che lo stabilimento a Betim, in Brasile, chiuderà un turno di una linea di produzione per una settimana solo per motivi di ordinaria manutenzione e per bilanciare il mix produttivo.
Nel Mib si salva soltanto Bulgari, che si tiene appena sopra la parità dello 0,08% a 12,22 euro. Tra gli altri titoli, soffrono più di tutti Ansaldo Sts (-7,27%), A2A (-2,97%), Atlantia (-2,97%), Azimut (-5,61%), Fiat Industrial (-4,24%), Finmeccanica (-3,21%), Generali (-4,41%), Lottomatica (-3,46%), Mediobanca (-3,24%), Mediolanum (-3,32%), Pirelli (-3,78%) e Stm (-3,56%).