Draghi supera l’ultimo esame, la Bce lo aspetta

Bruxelles (Belgio), 14 giu. (LaPresse) – “All’inizio degli anni ’90 l’Italia era in una situazione peggiore di quella della Grecia oggi”. Lo ha affermato il governatore della Banca d’Italia e candidato unico alla presidenza della Banca centrale europea, Mario Draghi, nell’audizione al Parlamento europeo che gli ha dato l’ultimo sospirato via libera alla nuova carica. Draghi ha risposto punto a punto a tutte le richieste arrivategli dai vari eurodeputati, compreso Mario Borghezio. Ora manca solo il via libera dei capi di Stato che arriverà nel prossimo consiglio europeo del 24 giugno.

In maggioranza i dubbi riguardavano proprio l’Italia, il rischio default e l’opacità dei nostri conti pubblici in passato. “L’Italia – ha spiegato Draghi – aveva un deficit dell’11% e ogni mese dovevamo emettere dei titoli tre volte l’esposizione della Grecia. Poi nel 1992 il Governo ha presentato un programma fiscale ritenuto credibile dai mercati”. “Condivido la posizione chiara della Bce. Non è favorevole a una ristrutturazione ed esclude ogni operazione che non sia su base volontaria” ha aggiunto per quanto riguarda un Paese a rischio default.

“Abbiamo messo troppa enfasi sulla scelta tra ristrutturazione o fallimento – ha aggiunto il numero uno di Bankitalia – la ristrutturazione in fondo non è che un modo per rifinanziare un Paese”. Secondo Draghi una ristrutturazione è più cara ed espone a un più alto rischio di contagio. “La crisi finanziaria non può mettere in discussione il successo dell’euro” ha aggiunto Mario Draghi.

Nessun ruolo del governatore di Bankitalia ci sarebbe poi stato negli affari tra Goldman Sachs e la Grecia: “Primo, la mia attività e gli accordi con la Grecia – ha risposto Draghi alle domande dei parlamentari europei – sono stati avviati prima che andassi là; secondo, non ho nulla a che fare con questi accordi né prima né dopo, perché io non vendevo niente ai governi, ma solo al settore privato, e quando sono arrivato in Goldman ho spiegato che non avevo alcun interesse o volontà di continuare a lavorare nel settore pubblico”. Draghi ha aggiunti che “ho passato sei anni alla alla Vigilanza della Banca d’Italia e anche grazie al nostro lavoro le banche italiane non hanno avuto nessun problema durante la crisi. Sono stato troppo gentile con i banchieri itlaiani? Chiedete a loro”.