Esordio letterario per l'attrice che interpreta 'Naditza' nella celebre serie tv

Guardarsi dentro attraverso la scrittura per raccontare anche una parte di sè, quella più profonda e autentica. Con l’obiettivo di rendere imprescindibile il concetto di libertà e di verità, Valentina Romani suggella un anno ricchissimo e di grande consolidamento come attrice (è l’interprete di Naditza di “Mare Fuori”), debuttando come scrittrice con il romanzo ‘Guarda che è vero‘ (Rizzoli), storia di Ellen, 24enne che per vivere fa un po’ di tutto, aspettando di capire che cosa vuole fare da grande, dalla libraia alla barista fino a diventare tutor-mentore-baby sitter di un rampollo di una famiglia della Roma bene. Da qui la vita prende un percorso del tutto inatteso, fatto di impegni, conoscenze e nuovi amori.

Scrivere è molto difficile ma sa essere anche catartico, ha un potere meraviglioso che è quello di farti conoscere meglio, per forza di cose sei quasi obbligato a rimettere in ordine i tuoi pensieri”, ha dichiarato l’attrice-scrittrice romana a LaPresse. Si divide tra diversi set e impegni (sta girando contemporaneamente due nuovi progetti) e sarà protagonista tutto l’anno con la serie Netflix ‘Tutto Chiede Salvezza 2‘, dove recita per la prima volta, con la serie tv su Rai1 ‘Gerri’, e prossimamente su Mediaset con il biopic ‘Bardot’ ma il fascino della scrittura le ha regalato momenti di autentica passione che non smetterà mai di coltivare.

Valentina Romani: “Avevo necessità di dire qualcosa”

Il ‘Mare Fuori’ è anche un’evasione per coltivare e tenere sempre vive le proprie aspirazioni. “Ciò che mi ha spinto a scrivere il mio primo romanzo, è la necessità di voler dire qualcosa. Ho molto a cuore il concetto di verità, onestà verso noi stessi, imparare ad ascoltarci per conoscerci meglio. E’ una idea che ho parcheggiato per un certo periodo di tempo e poi ho ritirato fuori grazie all’esperienza che facevo. Scrivere è molto difficile ma sa essere anche catartico, ha un potere meraviglioso che è quello di farti conoscere meglio, per forza di cose sei quasi obbligato a rimettere in ordine i tuoi pensieri”, ha raccontato l’autrice per la quale non è stato difficile conciliare il lavoro di attrice con la stesura del romanzo: “Anzi, quando mi sentivo più bloccata e in difficoltà ragionavo per immagini e questo ha agevolato molto la scrittura”.

Per Romani non ci sono libri o autori che l’hanno ispirata. “Ho voluto scrivere per assecondare questa mia volontà, ho pensato di avere qualcosa da dire e mi piaceva l’idea di consegnare qualcosa di me al mio pubblico. Di Valentina Romani nel mio libro c’è un 10%, ho dato in prestito alla protagonista del romanzo Ellen alcune mie caratteristiche, come ad esempio le scatole immaginarie che la protagonista cita e ritornano spesso all’interno del libro. E’ una cosa che faccio spesso, quello di inscatolare ciò che mi piace e mi fa stare bene da cio che non mi piace o non sopporto. Abbracciano concetti, sentimenti ma anche gusti. Ad esempio mi piace la pizza e detesto il cumino”.

E’ anche un modo per immagazzinare emozioni e viverle appieno: “La verità è un concetto fondamentale nella vita in generale e quando parlo di verità intendo onestà verso noi stessi, la capacità e l’occasione che abbiamo di ascoltarci e riconoscere ciò che veramente ci piace. Il concetto di verità nel libro è centrale. C’è una frase emblematica che dice ‘Non sempre la verità significa essere altruisti’. Questo perchè le bugie bianche a volte possono essere salvifiche. Ciò che noi pensiamo non è sempre necessario dirlo“.

Non ci sono però dubbi sul potere della scrittura. “Ha il potere di farmi sentire libera e di dire tutto ciò che voglio e di conoscermi meglio. Perchè conoscerci meglio ci porta a sentirci liberi”. Come Ellen e come tutte quelle donne che lottano per i propri diritti. Valentina Romani ci tiene molto a ricordare di essere nel laboratorio artistico di “Una Nessuna Centomila”, la fondazione nata per prevenire e contrastare la violenza sulle donne. “Noi vorremmo sentirci libere di essere libere, e lo si può fare solamente restando unite combattendo tutte insieme, uomini e donne”. 

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