Crollo Torre dei Conti ai Fori Imperiali, 6 ditte per i lavori

Crollo Torre dei Conti ai Fori Imperiali, 6 ditte per i lavori
(AP Photo/Andrew Medichini) Associate Press/ LaPresse Only Italy and Spain

Sei affidamenti diretti per i lavori nella torre a Roma, due riguardano le ditte Picalarga e Edilerica

Dopo il crollo della Torre dei Conti a via dei Fori Imperiali a Roma, dove ha perso la vita l’operaio romeno di 66 anni Octay Stroici, saranno acquisiti gli atti della gara d’appalto per verificare i requisiti delle imprese coinvolte. Sono sei gli affidamenti diretti relativi alla gara di appalto, secondo quanto apprende LaPresse. Tra questi due affidamenti riguardano le ditte Picalarga e Edilerica, quest’ultima dove lavorava Octay Stroici.

“La Torre in uno stato di totale abbandono”

Nel restauro conservativo era prevista la creazione di un centro servizi e l’abbattimento delle barriere architettoniche. Proprio con una determina dirigenziale del 22 maggio 2025 Roma Capitale aveva disposto un “affidamento diretto per dei Servizi di Verifica della progettazione esecutiva”. Il restauro, allestimento, recupero strutturale, messa in sicurezza e salvaguardia della Torre dei Conti e della sua parte ipogea hanno come struttura referente la Sovrintendenza Capitolina. L’importo attribuito è 6.900.000 euro con fondi Pnrr. Durata del progetto: dal 1 giugno 2022 al 30 giugno 2026. “Gli interventi saranno propedeutici alla valorizzazione del bene e alla sua fruizione da parte del pubblico (cittadini e turisti), in particolare come sede museale dedicata alle fasi più recenti dei Fori Imperiali e Centro Servizi dell’Area Archeologica Centrale”, è riportato nel promemoria del sito del Comune di Roma. “Dal 2006 (anno dello sgombero degli uffici pubblici) la Torre, infatti, non è stata più utilizzata né manutenuta, motivo per il quale essa versa in uno stato di totale abbandono, causa del suo degrado sia all’esterno che all’interno”.

Secondo la determina “per il conseguimento dei target e delle milestone fissati dalla Decisione del Consiglio Europeo Ecofin 645 dell’8 luglio 2021 e dal Decreto del MEF 6 agosto 2021 è necessario ultimare la fase di progettazione in tempi tali da consentire l’avvio dei lavori in linea con i cronoprogrammi prefissati, unendo ottimizzazione delle tempistiche e semplificazione delle procedure, garantendo nel contempo il corretto e sicuro svolgimento del servizio”.

“All’interno fatiscenza e crolli”

I lavori avevano preso il via dopo la rilevazione “che il paramento murario esterno presenta estesi e diffusi fenomeni di decoesione degli elementi costruttivi, che ha favorito in diversi punti lo sviluppo di vegetazione spontanea; questa, penetrando con le radici nella muratura, ne aggrava la decoesione con distacco di materiali. In alcuni punti la struttura è stata vandalizzata con vernice spray“, si legge nella descrizione del progetto sul sito del Comune di Roma relativa al restauro della Torre dei Conti.

“All’interno, inoltre, si registra uno stato di generale fatiscenza – prosegue la descrizione – In particolare, si segnalano: il crollo di alcuni controsoffitti moderni; l’ammaloramento degli infissi di tutte le finestre e porte; danni alle pitture che decorano la parte inferiore delle rampe delle scale e alcuni ambienti. All’ultimo piano della Torre due ambienti posti in corrispondenza dell’angolo nord-occidentale hanno subito in anni recenti infiltrazioni causate dal continuo ristagno di acqua al livello della sovrastante terrazza, a seguito del distacco della guaina di protezione del pavimento della stessa. La guaina della terrazza è stata rinnovata nel novembre 2019 mentre il solaio e le pareti danneggiate dalle percolazioni non sono stati sanati. L’esedra del Templum Pacis/Cripta dell’Ardito, pur versando in uno stato di abbandono, non presenta danni apparenti”.

Unimpresa: “Sicurezza più fragile senza limite 30% subappalto”

“La riforma del Codice” degli appalti “del 2023 ha eliminato il limite del 30% al ricorso al subappalto. Ora, in linea teorica, un’impresa può subappaltare anche l’intera commessa, purché mantenga il controllo e garantisca il rispetto delle norme”, ha spiegato a LaPresse il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi. “Una misura pensata per semplificare, ma che in realtà ha reso più fragile la catena della sicurezza -ha evidenziato-: più passaggi ci sono, più si perde tracciabilità e più difficile diventa accertare chi sia davvero responsabile della sicurezza dei lavoratori in ogni fase. A tutto questo si aggiungono due elementi critici: il principio del massimo ribasso e l’uso eccessivo dell’affidamento diretto. Quando il criterio di aggiudicazione resta quello del prezzo più basso, la spinta a comprimere i costi diventa inevitabile e spesso la prima voce a essere sacrificata è proprio la sicurezza. Lo stesso rischio vale per gli affidamenti diretti, che, seppur utili per accelerare gli interventi, finiscono per ridurre la trasparenza e rendere più deboli i controlli preventivi”.

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