Attimi di terrore nella notte a Campo Ascolano, frazione del Comune di Pomezia, alle porte di Roma, dove un ordigno è esploso davanti all’abitazione del giornalista Sigfrido Ranucci. L’esplosione ha provocato la distruzione di due automobili, appartenenti alla famiglia del conduttore della trasmissione Report e l’altra alla figlia. Sul luogo sono intervenuti i Vigili del Fuoco, i Carabinieri della compagnia di Pomezia con in nucleo investigativo di Frascati e la Digos della questura di Roma che stanno cercando di ricostruire la dinamica e individuare i responsabili. Non ci sono stati feriti. Il coordinamento delle indagini è affidato alla Direzione distrettuale antimafia della Capitale.
“La potenza dell’esplosione è stata tale per cui avrebbe potuto uccidere chi fosse passato in quel momento”, si legge nel post condiviso su X dal programma Rai.
Sigfrido Ranucci: “Mancavo da casa da tre giorni”
“Una cosa singolare è che io mancavo da tre giorni e sono tornato ieri. Le auto sono esplose mezz’ora dopo che sono passato”, ha detto Ranucci a LaPresse. “Non è che sono andato a denunciare dai carabinieri ma i carabinieri sono venuti sul posto insieme alla Digos, la scientifica e i vigili del fuoco. Adesso stiamo facendo analisi sull’esplosivo, che ha distrutto le due macchine e il cancello di casa ed è esploso alle 22.20, 20 minuti prima è arrivata mia figlia“, ha aggiunto il giornalista ancora sotto shock.
Quasi un chilo di materiale esplosivo
Sarebbe quasi un chilo il materiale esplosivo con il quale sarebbe stato confezionato l’ordigno usato per l’attentato dinamitardo. È quanto emerso dai primi accertamenti effettuati dagli artificieri dei carabinieri. “L’esplosione, penso l’abbia sentita tutta la zona, tutto il quartiere. È accaduto verso le 22.15, 22.20. Noi abitiamo giù in fondo, alla fine della via. A noi hanno tremato i quadri, le finestre, a me sono cascati alcuni quadri. È stata veramente, veramente tanto forte, ha fatto paura“, ha detto ai giornalisti Rebecca, una ragazza che abita vicino alla casa di Ranucci. “Sappiamo chi vive qui però nessuno di noi aveva pensato a una bomba. L’esplosione è stata così forte che anche di fronte a casa mia eravamo tutti affacciati”.
Testimone: “Ho visto un uomo incappucciato prima di esplosione”
Un testimone avrebbe notato, nella serata di ieri, una persona incappucciata aggirarsi nei pressi della residenza del giornalista e conduttore di Report, Sigfrido Ranucci. Poche ore dopo, un ordigno è stato fatto esplodere proprio sotto la sua abitazione, distruggendo completamente l’auto del giornalista parcheggiata lì davanti. Gli inquirenti non escludono che l’autore dell’attentato abbia seguito Ranucci nei suoi spostamenti e conoscesse le sue abitudini. Nelle vicinanze, è stata inoltre trovata una Fiat 500 rubata, parcheggiata nella zona da alcuni giorni. Gli investigatori stanno esaminando le immagini di una telecamera di sorveglianza distante dal luogo dell’esplosione e non escludono legami tra l’auto abbandonata e l’attentato.
Ranucci: “Si seguono 4 o 5 piste in stessi contesti”
“Con i magistrati abbiamo tracciato un quadro preciso. Le piste principali sono quattro o cinque, ma curiosamente portano tutte agli stessi contesti”. Così il giornalista e conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, al termine dell’audizione presso la Direzione distrettuale antimafia della capitale, dopo l’attentato dinamitardo che ha distrutto la sua vettura e quella in uso alla figlia, nella notte a Campo Ascolano, nel comune di Pomezia. “Si tratta di questioni molto difficili da dimostrare“, ha poi precisato. Ranucci ha spiegato di aver già sporto varie denunce per intimidazioni ricevute negli ultimi anni: “Dal 2021 ho segnalato almeno quattro episodi particolarmente gravi. Per ora, da quanto mi risulta, le indagini sono tutte a carico di ignoti”, ha concluso il giornalista lasciando la procura della Repubblica di Roma.
“Il messaggio è ‘possiamo colpire te e la tua famiglia’”
“Abbiamo ricostruito le inchieste di Report passate e quelle future. Se ho paura? La paura è uno stato dell’animo che deve accompagnare una persona soprattutto per chi fa questo lavoro. Chi ha messo quell’ordigno conosce i miei movimenti, l’ha posizionato sotto la mia auto, nel punto dove passo di solito. Era rudimentale, con un chilo di esplosivo, devi essere molto pratico per fare tutto questo. Il sottotitolo di quello che è successo è: ‘Sappiamo come ti muovi e possiamo colpire la tua famiglia in qualsiasi momento’”. Così Sigfrido Ranucci, a La Vita in Diretta su Rai1, al termine del confronto con gli inquirenti con la Procura di Roma sull’attentato subito la notte scorsa. Un ultimo pensiero, il giornalista lo ha dedicato “ai tre carabinieri e ai loro familiari, persone che hanno dato la loro vita per lo Stato”.
Verifiche su auto rubata trovata davanti casa giornalista
Sono in corso le verifiche su un’auto che risulterebbe rubata trovata nei pressi dell’abitazione di Sigfrido Ranucci a Pomezia. I carabinieri hanno effettuato controlli su tutte le auto della zona, riscontrando che una Fiat 500X era segnalata come rubata: sono ora attesi gli artificieri dei Carabinieri per tutte le verifiche. Sul posto i militari di Frascati e Nucleo Radiomobile di Pomezia per le indagini del caso.
Minacce a Report nel 2024
Non è la prima volta che un giornalista di Report riceve intimidazioni. È già successo a novembre 2024 quando “agghiaccianti minacce” sono “arrivate alla Redazione dopo il servizio sul conflitto tra Israele e Palestina realizzato da Giorgio Mottola“. La denuncia era stata fatta su Facebook dallo stesso Ranucci che aveva riportato anche il testo minatorio: anche il testo delle minacce alla trasmissione: “Vi dovreste vergognare per l’ignobile servizio anti Israele della scorsa settimana. Pulizia etnica da parte dell’esercito israeliano a Gaza? La meriteresti Voi, stile redazione di Charlie Hebdo”.
Messaggi di solidarietà verso Sigfrido Ranucci
Solidarietà di Mattarella al giornalista: “Severa condanna”
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha fatto pervenire a Sigfrido Ranucci la sua solidarietà, esprimendo “severa condanna” per l’attentato al giornalista.
Crosetto: “Gesto gravissimo, colpo alla libertà di informazione”
In mattinata è arrivato un messaggio di solidarietà da parte del ministro della Giustizia Guido Crosetto. “Un gesto gravissimo, vile, inaccettabile. Un ordigno ha fatto esplodere l’auto di Sigfrido Ranucci, davanti alla sua abitazione. Per fortuna nessuno è rimasto ferito, ma resta la gravità estrema di un atto che colpisce non solo un giornalista, ma la libertà stessa di informare e di esprimersi. A lui e alla sua famiglia la mia piena solidarietà e vicinanza“, ha affermato il Guardasigilli.
Meloni: “Solidarietà a Ranucci”
Vicinanza anche dalla premier Giorgia Meloni. “La presidente del Consiglio esprime piena solidarietà al giornalista Sigfrido Ranucci e la più ferma condanna per il grave atto intimidatorio da lui subito. La libertà e l’indipendenza dell’informazione sono valori irrinunciabili delle nostre democrazie, che continueremo a difendere”, si legge in una nota di Palazzo Chigi.
Piantedosi: “Ho dato mandato di rafforzare le misure di protezione”
“Ho dato mandato di rafforzare al massimo ogni misura a sua protezione“, ha affermato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi in merito alla sicurezza del giornalista Rai. “Piena solidarietà a Sigfrido Ranucci e alla sua famiglia per il grave attentato di cui è stato vittima. Un gesto vigliacco e gravissimo che rappresenta un attacco non solo alla persona ma alla libertà di stampa e ai valori fondamentali della nostra democrazia. Ci sarà il massimo impegno delle forze di polizia per accertare rapidamente gli autori“, ha aggiunto.
Ad Rossi: “Vicini a Sigfrido, intimidazione è contro tutta la Rai”
“L’Amministratore Delegato Rai Giampaolo Rossi e l’ intera azienda si stringono al fianco di Sigfrido Ranucci ed esprimono massima solidarietà per il grave e vile attentato intimidatorio. Il ruolo della Rai e di chi opera al suo interno è quello di garantire dialogo, pluralismo e rispetto nel racconto quotidiano del nostro tempo”. È quanto si legge in una nota.
“La Rai respinge con forza e determinazione ogni minaccia contro chi svolge il proprio lavoro nel Servizio Pubblico. L’essenza vitale della nostra democrazia è la libertà informativa che la Rai garantisce e che i suoi giornalisti rappresentano. Ogni tentativo intimidatorio contro chi lavora per un’informazione libera e indipendente è un attacco allo stesso Servizio Pubblico”.
Cda Rai: “Massima solidarietà per vile attentato”
“Il presidente facente funzioni Antonio Marano e l’intero Cda Rai esprimono massima e convinta solidarietà a Sigfrido Ranucci per il violento e vile attentato di cui è stato vittima e respinge con forza e determinazione ogni tentativo di intimidire chi svolge il proprio lavoro al servizio del pubblico”. Così il consiglio di amministrazione di viale Mazzini in una nota.
“Non saranno certo le intimidazioni – che condanniamo in qualunque forma si presentino – a fermare il nostro dovere di informare e continuare a raccontare la realtà nella quale viviamo. Una realtà troppo spesso ‘avvelenata’ dall’incapacità di costruire dialoghi costruttivi, che ci impegneremo ancora di più a promuovere, contro ogni violenza, contro ogni sterile contrapposizione”.
Gabbanelli: “Report non si fa intimidire”
“La passione è più forte della violenza. Ricordatevelo voi che avete messo quell’esplosivo, non ce la farete a intimidirli, mai“, ha detto in un video pubblicato su Instagram Milena Gabbanelli, giornalista ed ex conduttrice storica di Report.
Bonelli: “Chi ha attaccato Report ora chieda scusa”
“Esprimo tutta la mia solidarietà e vicinanza a Sigfrido Ranucci e alla sua famiglia per il gravissimo attentato di questa notte. L’esplosione che ha distrutto le auto del giornalista e di sua figlia davanti alla loro abitazione a Pomezia è un atto vile e intimidatorio che rappresenta un attacco diretto alla libertà di stampa e al giornalismo d’inchiesta. Le parole di Ranucci, che ha denunciato un clima di isolamento e di delegittimazione nei suoi confronti, ricordando le minacce, il proiettile di P38, i pedinamenti e i dossieraggi anche dall’estero, descrivono una situazione inquietante e indegna di un Paese democratico”, ha detto Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi Sinistra e co-portavoce nazionale di Europa Verde.
“Chi in questi anni ha attaccato Ranucci e la redazione di Report, arrivando perfino a chiedere il fermo della trasmissione, rifletta e chieda scusa. Alimentare campagne di delegittimazione contro chi fa inchieste coraggiose significa rendersi complici di un clima d’odio che oggi esplode in tutta la sua gravità. Difendere Ranucci e Report significa difendere il diritto dei cittadini a conoscere la verità, a controllare il potere e a vivere in una democrazia fondata sulla libertà di informazione. Lo Stato deve garantire piena protezione e sostegno a chi svolge con coraggio un lavoro essenziale per la trasparenza e la giustizia”.
Floridia: “Su Ranucci clima d’odio alimentato da alcuni partiti”
“È da mesi che c’è un clima d’odio nei confronti di Sigfrido Ranucci alimentato da alcuni partiti ed esponenti politici che non si sono fatti problemi a attaccare in maniera pesantissima sia lui sia la redazione di Report”, ha detto a LaPresse la presidente della commissione di Vigilanza Rai, Barbara Floridia. “Non possiamo fare finta che non sia così. Quindi oltre alla solidarietà è il momento che tutta la politica faccia quadrato e abbassi i toni, perché qui sono in gioco i principi fondanti della nostra democrazia e la vita delle persone”.

