Non ce l’ha fatta Karim Hamed Mandi, il ragazzo egiziano di 16 anni ripescato ieri privo di sensi nelle acque del fiume Adda tra Merlino e Comazzo, nel Lodigiano. Il giovane è morto questa mattina all’ospedale San Raffaele di Milano, dove era stato trasportato in condizioni disperate.
Il ragazzo si era tuffato nel fiume per il caldo, ma non è più riemerso. Era un minore non accompagnato residente in una comunità a Spino d’Adda. La Procura di Lodi ha aperto un’inchiesta.
Si era tuffato nel fiume per il caldo, ma non è più tornato a galla
Il dramma è avvenuto nel tardo pomeriggio di ieri, intorno alle 18, quando il 16enne si è tuffato nel fiume per cercare refrigerio a causa del caldo. Ma non è più riemerso. L’allarme è stato dato dai suoi amici: immediato l’intervento dei vigili del fuoco di Lodi, che hanno attivato l’elicottero Drago decollato da Malpensa.
Grazie al sorvolo, il corpo del ragazzo è stato individuato sul fondo del fiume, in località Bocchi di Comazzo, dove da anni vige il divieto di balneazione per motivi di sicurezza, dovuti alla profondità irregolare e alle forti turbolenze.
I soccorsi e il tragico epilogo in ospedale
I sommozzatori hanno recuperato Karim Hamed Mandi e subito sono iniziate le manovre di rianimazione da parte del personale dei vigili del fuoco, in attesa dei sanitari. Dopo oltre mezz’ora di tentativi, il giovane è stato elitrasportato al San Raffaele di Milano, ma le sue condizioni erano disperate.
Chi era la vittima
Karim era un minore non accompagnato, ospitato in una comunità a Spino d’Adda, nel Cremonese. Aveva 16 anni ed era di origine egiziana. Con altri giovani si trovava sulle rive dell’Adda quando ha deciso di tuffarsi, senza purtroppo far ritorno a riva.
Inchiesta aperta dalla Procura di Lodi
Sulla tragedia stanno indagando i carabinieri di Lodi, mentre la Procura della Repubblica ha già aperto un fascicolo per accertare le responsabilità e ricostruire con esattezza la dinamica dei fatti.