Violenza nel carcere di Cuneo tra due detenuti, che si sono affrontati ‘a duello’ con coltello e bastone. Lo riferisce l’Osapp. I fatti risalgono al 7 agosto. Nel tentativo di sedare lo scontro e impedire che degenerasse ulteriormente, un agente di Polizia Penitenziaria è intervenuto, venendo colpito alla spalla. Il poliziotto è stato trasportato al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Cuneo, dove ha ricevuto una prognosi di 14 giorni, salvo complicazioni. Nella giornata successiva, 8 agosto, un altro episodio di violenza si è verificato all’interno della seconda sezione del padiglione Gesso dello stesso istituto. Un detenuto ha aggredito due agenti di Polizia Penitenziaria, secondo quanto riferisce sempre l’Osapp. Gli agenti sono stati accompagnati al Pronto Soccorso dell’Ospedale Santa Croce di Cuneo, da dove sono stati dimessi con una prognosi di guarigione stimata in cinque giorni ciascuno salvo complicazioni.
Leo Beneduci, Segretario Generale dell’Osapp – Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria, dichiara: “Siamo al completo sfacelo. Le carceri italiane, da tempo, sono diventate territori fuori controllo: piene di coltelli, telefoni cellulari, droga. Ormai siamo oltre l’allarme, è il Far West. La Polizia Penitenziaria è esausta, abbandonata, esposta a violenze quotidiane, ferita nel corpo e nella dignità. Servono interventi immediati, non parole”. E aggiunge: “L’Osapp ribadisce con fermezza la necessità di un rafforzamento immediato degli organici; un piano straordinario di sicurezza e bonifica delle strutture detentive; la revisione urgente delle normative sulla gestione dei soggetti violenti e recidivi; un rinnovato rispetto per la funzione e la sicurezza della Polizia Penitenziaria, ormai allo stremo. Ogni giorno che passa senza risposte è una resa dello Stato”, dice ancora l’Osapp.
L’Osapp chiede più personale e denuncia la ‘mancata attenzione’ del governo
Leo Beneduci lancia poi anche una severa critica contro le recenti scelte del Governo in ambito penitenziario, con uno stanziamento di 74 milioni di euro per progetti di formazione per i detenuti, denunciando una ‘mancata attenzione’ nei confronti delle esigenze dei poliziotti penitenziari. “Sulla base dei dati aggiornati al 31 luglio 2025, con 62.569 detenuti presenti negli istituti penitenziari italiani, il calcolo è impietoso: ogni detenuto avrebbe diritto, in media, a 1.182 euro in progetti formativi, orientamento e housing sociale, termine che indica alloggi temporanei e assistenza abitativa. Siamo di fronte all’ennesima dimostrazione di una politica incoerente e completamente scollegata dalla realtà carceraria, dove la mano destra non sa quello che fa la mano sinistra”, dichiara il sindacalista.
“Da una parte agenti di Polizia Penitenziaria che lavorano in condizioni impossibili, con turni massacranti e senza vedere un euro per le prestazioni straordinarie svolte dopo il servizio ordinario e il cui pagamento sarebbe obbligatorio ma che, di fatto, è diventato impossibile per l’esaurimento delle risorse a 5 mesi dalla conclusione dell’anno, dall’altra parte si ‘sprecano’ decine di milioni in progetti di facciata che non porteranno a nessun risultato concreto”.
Il sindacalista ricorda che l’articolo 2 del regolamento penitenziario stabilisce che nelle carceri la sicurezza costituisce la condizione essenziale per la realizzazione delle finalità del trattamento. “Il Governo sta introducendo progetti che prevedono l’uso di alcol, attrezzi e strumenti potenzialmente pericolosi in un contesto dove manca la sicurezza di base”, denuncia il leader dell’OSAPP.
“È una politica schizofrenica in cui si annunciano interventi, ad esempio riguardo alla necessità che gli irregolarità scontino le condanne nei paesi d’origine e poi si fa l’esatto contrario.” incalza Beneduci. “Laboratori enogastronomici, come se non bastasse la grappa artigianale già prodotta in carcere, sartoriali per dare forbici a soggetti autolesionisti e violenti, di falegnameria con martelli, chiodi e seghe per persone che agrediscono il personale di Polizia e che magari una volta scontata la condanna verranno accompagnate alla frontiera. È pura propaganda sulla pelle di chi lavora davvero nel sistema penitenziario”.
L’OSAPP sottolinea come, nel frattempo, “la polizia penitenziaria nelle trincee delle sezioni detentive sia costretta ad operare in condizioni critiche, con organici ridotti, assenza di strumenti e carenza di risorse strutturali”.
“Non è solo una questione economica”, conclude Beneduci. “È una questione di rispetto per chi ogni giorno mette a rischio la propria incolumità per garantire la sicurezza e la legalità nelle carceri. Quei 74 milioni dovrebbero essere utilizzati per migliorare le condizioni di lavoro del personale ed Invece vengono buttati in progetti che sanno più di marketing che di seria politica penitenziaria”.
L’OSAPP chiede al Governo un immediato cambio di rotta: prima la sicurezza del personale e delle infrastrutture penitenziarie e poi tutto il resto.