Un uomo di nazionalità afghana è stato fermato dalla Polizia a Perugia per violenza sessuale aggravata, sequestro di persona e lesioni personali pluriaggravate contro una ragazza straniera di 21 anni. Secondo ricostruito dalle indagini, lo scorso 19 luglio la ragazza sarebbe stata stata avvicinata con una scusa dal 45enne, il quale le avrebbe raccontato che stava per aprire un nuovo ristorante, invitandola a visitare il cantiere, anche in prospettiva di un lavoro futuro che le avrebbe potuto offrire. La ragazza avrebbe accettato la proposta anche perché il posto indicato si trovava sulla stessa strada che avrebbe dovuto percorrere per andare a casa. I due giungevano insieme, quindi, in bar in disuso ma con ancora alcuni tavoli e sedie, situato nel centro storico di Perugia. All’inizio avrebbero chiacchierato un po’ ma quando la vittima aveva chiesto di potersi allontanare avrebbe trovato la porta di ingresso chiusa a chiave. Quindi l’uomo avrebbe iniziato a palpeggiarla: al tentativo di divincolarsi e di andare via, l’aggressore avrebbe afferrato e sbattuto a terra la giovane, coprendole la bocca con le mani, dopodiché l’avrebbe costretta ad avere più rapporti sessuali. Alla ragazza sarebbe stato poi impedito di lasciare il locale fino alla mattina. Solo quando l’uomo si è addormentato, la vittima sarebbe riuscita ad allontanarsi.
La vittima ha registrato l’aggressione
In base a quanto ricostruito, nel corso della nottata la ragazza sarebbe riuscita ad attivare la telecamera del suo cellulare e, quindi, ad effettuare alcune riprese e a registrare una fase dell’aggressione. Dopo qualche giorno, ancora sotto shock per l’accaduto, la vittima si sarebbe convinta a denunciare il fatto alla Polizia. La donna si è poi recata presso l’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia, dove le sono state diagnosticate lesioni personali giudicate guaribili in 30 giorni. Durante gli accertamenti sono stati coinvolti anche gli specialisti del Gabinetto Provinciale di Polizia Scientifica che hanno proceduto ad effettuare i rilievi e a repertare tracce biologiche riferibili alla violenza sessuale denunciata. Su queste tracce è stato disposto un accertamento del Dna, che è risultato coincidente con quello dell’indagato.