Sulla garza utilizzata per raccogliere materiale dalla bocca di Chiara Poggi c’è dna da contaminazione. Lo apprende LaPresse da fonti informate sull’incidente probatorio in corso disposto dalla gip di Pavia Daniela Garlaschelli e affidato al perito della scientifica, Denise Albani.
Il cosiddetto ‘Ignoto 3’
Il cosiddetto “Ignoto 3”, il profilo di dna maschile sulla garza utilizzata per raccogliere materiale dalla bocca di Chiara Poggi, è compatibile con quello dell’assistente del medico legale Dario Ballardini che eseguì l’autopsia sul corpo della 26enne uccisa il 13 agosto 2007. Secondo quanto ricostruito nella bocca di Poggi non fu effettuato un vero tampone orale come in altre parti del cadavere ma la garza fu utilizzata per raccogliere materiale da confronto con gli esiti dell’analisi delle tracce ematiche sulla scena del crimine di Garlasco.
Dei due campioni utilizzabili della garza anche oggi nella ripetizione dei test uno ha avuto un match all’80% con l’assistente del medico legale. Sul secondo si vede sia il profilo Y del professionista che un altro profilo in quantità che viene definita “infinitesimale”, non riconducibile ad un’azione violenta nella zona faringea della vittima e da “contaminazione”. La ricostruzione più probabile è che questa sia avvenuta in sala autoptica maneggiando la garza o toccandola con oggetti a loro volta contaminati.