I legali: "Volontà di vendere falsi scoop sulla pelle delle persone coinvolte"
I legali della famiglia di Chiara Poggi bollano come “fantasia” e “volontà di vendere falsi scoop sulla pelle delle persone coinvolte” le notizie anticipate mercoledì da alcuni organi di stampa sul delitto di Garlasco. I media sosterebbero, a 18 anni dall’omicidio, che il fratello della vittima Marco Poggi non si sarebbe trovato in Trentino nei giorni dell’assassinio.
“Dispiace che la Procura di Pavia non abbia sinora sentito il bisogno di intervenire nemmeno di fronte alle innumerevoli falsità che leggiamo ogni giorno, su iniziativa di soggetti privi di qualsiasi scrupolo”, fanno sapere in una nota congiunta gli avvocati Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna che rappresentato il padre della 26enne, uccisa il 13 agosto 2007, Giuseppe Poggi, la madre Rita Preda e il fratello Marco.
Delitto Garlasco, il maxi incidente probatorio
La scorsa settimana si è svolto il maxi incidente probatorio. Nella questura di Milano sono stati esaminati diversi oggetti tra cui alcuni rifiuti rinvenuti sulla scena del crimine e conservati per l’analisi. Gli inquirenti si sono concentrati anche sulla traccia n°10, l’impronta di una mano sul portone d’ingresso della villetta di via Pascoli, a Garlasco, sulla quale però non c’è sangue. Inoltre dalla consulenza genetica è emerso che non c’è la traccia n°33 con l’impronta di Andrea Sempio, l’ormai celebre intonaco del muro trattato con la ninidrina per isolare l’impronta palmare del nuovo indagato.
Consulente Poggi: “Nessun elemento in controtendenza rispetto alla sentenza”
“Seguiamo tutte quelle che sono le nuove interpretazioni della scena del crimine che vengono date un po’ da tutti. Devo dire che ad oggi non abbiamo trovato nulla che fosse in controtendenza rispetto a quello che venne acclarato da una sentenza di Corte d’Appello che ha condannato l’imputato nella circostanza”, aveva ha dichiarato Dario Redaelli, consulente della famiglia Poggi, durante il maxi incidente probatorio. “Abbiamo ricevuto l’incarico dalla famiglia di assistere a questo incidente probatorio e di valutare tutte quelle che sono le nuove interpretazioni della scena del crimine”, aveva precisato, ribadendo che finora non è emerso nulla in contrasto con la verità processuale sancita dalla Corte d’Assise d’appello e confermata dalla Cassazione.
Rita Poggi: “Non tollereremo più che si infanghi la memoria di Chiara”
Già altre volte la famiglia Poggi aveva chiesto rispetto dopo le possibili ricostruzioni fatte da giornali e trasmissioni tv. A inizio giugno, in una dichiarazione rilasciata con il marito davanti alle telecamere delle tv, Rita Poggi ha sottolineato che la famiglia è disgustata “dalle affermazioni che sono state fatte in questi giorni nella varie trasmissioni televisive. Si continua a infangare la memoria di nostra figlia. È veramente disgustoso e squallido, non ho parole per definirlo”.
“Nostra figlia era una ragazza pulita, semplice, non aveva misteri, non aveva segreti, non aveva amanti. Ho sentito anche quello ieri sera. Quello che è grave è che si fanno delle insinuazioni su una ragazza che non si può difendere. Questo è il massimo che si poteva fare. Non lo so chi ha interesse, però adesso è giunto il momento di dire basta. Noi non tollereremo più che si infanghi la memoria di nostra figlia”.
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