Gli esperti chiamati a esaminare reperti sequestrati sulla scena del crimine 18 anni fa
In questura a Milano secondo giorno di esami sui reperti relativi al delitto di Garlasco, nell’ambito del maxi incidente probatorio iniziato martedì 17 giugno. Oggetto di attenzione, tra gli altri, anche alcuni rifiuti rinvenuti sulla scena del crimine e conservati per l’analisi. L’ex generale del Ris dei carabinieri, Luciano Garofano, consulente nominato dalla difesa di Andrea Sempio parla con i cronisti al suo arrivo: “Per quanto riguarda l’analisi della spazzatura vogliamo verificare che ci sia stato un sequestro formale. Nel momento in cui è tutto regolare non ci opporremo all’analisi della spazzatura”.
“Sono veramente i primi risultati, abbiamo fatto la verifica della presenza del sangue ma va ripetuta e va estesa a tutti gli altri acetati. Se effettivamente il sequestro era formale come credo, inizieremo probabilmente dai residui dell’immondizia e completeremo la parte delle para-adesive, nel senso di prelievi e conferma della natura non ematica della traccia numero 10”, ha precisato Garofano. Nel dettaglio, l’ex comandante del reparto investigazioni scientifiche ha voluto chiarire un aspetto tecnico spesso oggetto di equivoci: “Ci tengo a dire, non c’è alcuna differenza tra gli acetati e le para-adesive, assolutamente nessuna. Si usavano l’una o l’altra a seconda della disponibilità di questo tipo di strumenti per trasferire le impronte su un supporto rigido, tutto qua”.
Garofano spiega il perché la spazzatura non fu analizzata all’epoca
“In un sopralluogo si valuta con logica anche i reperti che possono avere un senso. Erano reperti insanguinati, erano ‘Fruttoli’ insanguinati, erano nel lavandino, c’era del sangue. Altrimenti, ripeto, qualsiasi indagine dovrebbe obbligare a portare a casa, cioè nei laboratori, migliaia di reperti inutili”, ha detto ancora l’ex generale del Ris dei carabinieri spiegando ai giornalisti le motivazioni che portarono all’epoca a non analizzare i reperti trovati nella spazzatura della casa di Chiara Poggi, oggi sottoposti a nuove analisi in questura a Milano. Garofano ha chiarito che all’epoca fu fatta una scelta metodologica e ragionata, ma oggi il contesto investigativo è mutato. “Oggi, sulla base di un’indagine che vede per la prima volta l’ipotesi del concorso, che era stata esclusa dalla precedente indagine, e il fatto che sia indagato Andrea Sempio, è giusto verificare anche questo tipo di reperti”.
Garofano: “Verifica saliva o sangue su oggetti toccati con la bocca”
“Io credo che oggi faremo intanto lo stato di conservazione, dopodiché le tamponature. Non escludo che si possa fare la ricerca dell’emoglobina umana o della saliva umana, trattandosi comunque di oggetti che sono stati toccati con la bocca e quindi sono stati toccati dalla bocca dalla vittima o da terzi”, ha spiegato l’ex generale del Ris dei carabinieri, Luciano Garofano. Poi ha chiarito che l’eventuale ricerca di tracce biologiche, come saliva o sangue, sarà preceduta da operazioni preliminari fondamentali: “Il Dna naturalmente si degrada in funzione del tempo e dei microorganismi. Questo lo possiamo stabilire solo dopo aver tamponato, fatta l’estrazione e la quantificazione del Dna”. In merito al limitato quantitativo di materiale genetico finora repertato, l’ex comandante ha aggiunto: “Indubbiamente, quando io tocco una superficie con un dito trasferisco già materiale abbastanza limitato, per cui il trascorrere del tempo e il trasferimento sugli acetati può aver contribuito ad una diminuzione del materiale”.
Il legale di Alberto Stasi: “Spazzatura va analizzata”
“Ci sono state tante polemiche sui documenti in queste ore. Hanno tutto il diritto di fare tutte le eccezioni che ritengono opportune nell’interesse del loro assistito, chiaramente. Verranno poi valutate, le altre parti potranno fare le loro osservazioni e poi il giudice e i periti decideranno. A quanto ne so io, l’altro giorno il giudice aveva comunque detto di procedere all’analisi in ogni caso, ancora prima che trovassimo i verbali, però vediamo oggi se sollevano altre eccezioni”. A parlare è l’avvocata Giada Bocellari, legale di Alberto Stasi, condannato per l’omicidio di Chiara Poggi, intervenuta a margine delle analisi in corso in questura a Milano sui reperti trovati nella spazzatura di casa dove Chiara Poggi fu uccisa il 13 agosto 2007 a Garlasco.
“Sinceramente non vedo dove sia il problema di analizzare questa spazzatura. Bisogna capire se la loro è un’eccezione prettamente giuridica, che chiaramente io rispetto perché faccio anch’io l’avvocato. Nel merito però questa spazzatura c’è e non vedo perché non si debba analizzare, se ci può dare dei dati in più”, ha dichiarato Bocellari. “Ho sentito nei giorni scorsi parlare di vittoria, sconfitta. Qui non c’è né vittoria né sconfitta, qui c’è solo la necessità di acquisire, se è possibile, ulteriori dati. Non è detto che l’analisi della spazzatura ci darà degli esiti, come non è detto che anche le paradesive ci diano degli esiti. Ogni risultato non è da valutare né positivamente né negativamente, ma solo ai fini dell’accertamento della verità”.
Su impronta 10 chiesta analisi più approfondita
E sull’impronta numero 10, ha aggiunto Giada Bocellari, legale di Alberto Stasi, “Abbiamo chiesto che, siccome il secondo tampone che abbiamo fatto era sul residuo, si faccia un’analisi più approfondita sul tampone per la caratterizzazione genetica”. La traccia in questione non appartiene né ad Alberto Stasi, né ad Andrea Sempio, né ad altri soggetti già comparati. “Proprio in un’ottica di accertamento della verità e di dare tutti i dati possibili che ci sono, questo credo che sia un atteggiamento, come dico spesso io, laico”, ha concluso Bocellari.
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