In attesa che arrivino i riscontri sull’identità della bimba e della madre trovate morte a Villa Pamphili, Roma, lo scorso 7 giugno, proseguono oltre i confini nazionali le indagini su quello che pare sempre più un duplice delitto.
Gli investigatori italiani, su delega della Procura di Roma, sono sbarcati a Malta per verificare i movimenti di Francis Kaufmann, alias Rexal Ford, principale sospettato del crimine. La rogatoria internazionale, disposta nei giorni scorsi ha dato il via agli accertamenti a Malta, dove l’uomo, cittadino statunitense di 46 anni, avrebbe vissuto tra il 2023 e il 2024. Gli inquirenti stanno cercando di stabilire se la bambina possa essere nata proprio sull’isola e se vi siano documenti utili a confermare l’identità delle vittime. Nei registri anagrafici de La Valletta però non risultano elementi che leghino Kaufmann alla donna o alla piccola. Allo stato non risulterebbe neanche un matrimonio tra la coppia.
L’indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini e dal sostituto Antonio Verdi, si concentra ora sulla rete di spostamenti del sospettato, che si sarebbe mosso tra Irlanda, Malta, Italia e infine Grecia, dove è stato arrestato sull’isola di Skiathos. Kaufmann ha cercato di opporsi all’estradizione, ma entro 60 giorni la magistratura greca dovrà esprimersi sulla richiesta delle autorità italiane. I magistrati non escludono un viaggio in Grecia per seguire più da vicino la procedura. Determinante sarà l’esame del Dna per stabilire se Kaufmann sia il padre della bambina.
Il sospetto è che l’uomo abbia strangolato la piccola e ne abbia abbandonato il corpo nudo nel parco di Villa Pamphili per depistare le indagini e ritardare l’identificazione. Secondo il referto del medico del 118, la bambina, ritrovata in apparente buono stato nutrizionale, era in buone condizioni igieniche, ma presentava formiche sul corpo, segno che era lì da diverse ore. La Gip Flavia Costantini, nella sua ordinanza di custodia cautelare, evidenzia come Kaufmann non solo avrebbe ucciso la bambina, ma, se non causato, avrebbe perlomeno assistito alla morte della compagna, Stella Ford (nome con cui era conosciuta, ma non ufficialmente identificata ndr) senza soccorrerla, occultandone poi il corpo. L’uomo avrebbe anche distrutto gli indumenti della donna per ritardarne il riconoscimento.
Dalle indagini emerge anche il passato di Kaufmann negli Usa, dove era già stato arrestato almeno cinque volte per episodi di violenza domestica, incluso un episodio che lo aveva portato a una detenzione di quattro mesi per aggressione con arma. Tuttavia, nonostante i segnali d’allarme, nulla sembra essere stato fatto per proteggere la donna e la bambina che si trovavano spesso con lui.
La vicenda ha scosso l’opinione pubblica e sollevato interrogativi sulle falle nel sistema di protezione. La senatrice del Pd Cecilia D’Elia, vicepresidente della Commissione Femminicidio, ha presentato un’interrogazione urgente al ministro dell’Interno, chiedendo chiarimenti sui mancati interventi nonostante le segnalazioni precedenti e l’inquietante passato del sospettato. “È inaccettabile che donne e bambini restino soli di fronte alla violenza, nonostante gli allarmi ripetuti”, ha dichiarato la senatrice.
Nel frattempo, spunta una e-mail inviata da Kaufmann il 10 giugno a un amico sceneggiatore inglese, tre giorni dopo il presunto omicidio a Villa Pamphili. Nel messaggio, l’uomo scriveva di progetti cinematografici, affermando di essere tornato nel Regno Unito e che “ora tutto sta andando bene”.