La giovane morta in un incidente stradale nel 2018

(LaPresse) – “Da sette anni combatto perché non succeda ad altri quello che è successo a Elena. Ho messo sui social la foto di Elena per dire guardate negli occhi mia figlia e ditele che per motivi legati ai soldi non è più tornata a casa. Spero ci siano cambiamenti nel codice penale – ha concluso Viviano – e che questo tipo di reati dove viene messa in pericolo la vita dei cittadini siano paragonati a una strage”. Così Graziella Viviano, la madre di Elena Aubry, la ragazza di 26 anni morta nel 2018 in un incidente stradale, lungo via Ostiense, nel comune di Roma, causato dal manto stradale dissestato. Questa mattina, davanti al giudice monocratico del tribunale penale di Roma, si è tenuta un’udienza del processo dove sono imputati, con l’accusa di omicidio stradale in concorso, sei funzionari comunali. La donna è stata accompagnata, davanti l’ingresso della Città giudiziaria di piazzale Clodio, da un gruppo di motociclisti appartenenti ad un’associazione di biker delle forze dell’ordine. Graziella Viviano ha poi aggiunto:” Da questo processo mi attendo giustizia, nulla può riportarmi mia figlia ma ora tutti devono sapere che chi si prende la responsabilità della gestione di una strada deve farlo al meglio”.

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