A rivolgere il quesito in tribunale è stato l'avvocato che è anche presidente della Commissione Codice Rosso dell'ordine. Domande ritenute inammissibili dai giudici

Nel viaggio in Giappone avete fatto visita a un sexy shop?”. È una delle domande shock che il difensore di due giovani accusati di un presunto stupro di gruppo avvenuto nel locale ‘Mind’ sui Navigli a Milano, avvocato Antonio Finelli, ha fatto oggi in udienza in tribunale dove si sta celebrando il processo.

“Avete fatto un viaggio in Giappone a settembre 2023?”, ha chiesto il legale rivolgendosi all’ex fidanzato della donna, all’epoca 31enne, che la notte del 16-17 marzo 2023 avrebbe subìto abusi dai titolari del locale ai Navigli dopo una serata trascorsa con un collega spagnolo a cena, bevendo diversi alcolici, per svegliarsi la mattina successiva in casa propria senza ricordare quasi nulla e sentendo dolori prima di recarsi in ospedale e sporgere denuncia nei giorni successivi.

Domande, quelle dell’avvocato che è anche presidente della Commissione Codice Rosso dell’ordine degli avvocati di Milano, che i giudici della quinta sezione penale (presidente Mannino) hanno ritenuto inammissibili anche perché riferite a un periodo di 6 mesi successivo ai fatti contestati. “Lei era uno straccio, in lacrime, distrutta, sembrava che non avesse dormito da un mese e i genitori che piangevano”, ha testimoniato invece in aula il suo ex compagno con riferimento alla giornata del 18 marzo, quando ha scoperto l’accaduto. “Si è seduta sul marciapiede e ha detto: hanno abusato di me. Abbiamo iniziato a piangere tutti e due“.

La ricostruzione della sofferenza della vittima

L’uomo, dopo una storia durata 4 anni, ha raccontato come quella notte abbia inciso anche sulle loro vite e la fine della relazione pur rimanendo “in buoni rapporti”. “Non è più la stessa ancora oggi che continuo a vederla – ha detto -. Va dalla psicologa, dallo psichiatra, io l’ho vista in condizioni pietose con crisi di panico, iper ventilazione, non riusciva a dormire, era tormentata“. “E’ stata una sofferenza per tutti”, ha aggiunto spiegando come nei mesi successivi abbiano provato a fare qualche viaggio per trovare nuova “serenità”. Il processo ripartirà il prossimo 20 maggio.

Stupro Navigli, collega della vittima: “Era stordita e confusa”

Era “stordita e confusa”. Così il 44enne spagnolo, collega della manager che ha denunciato di essere stata violentata nel locale ‘Mind’ sui Navigli a Milano la notte del 16-17 marzo 2023, ha definito le condizioni della ragazza poche ore dopo i fatti testimoniando oggi nel processo per lo stupro in tribunale a Milano. L’uomo cenò con la collega prima di lasciare il locale in taxi verso mezzanotte diretto al proprio hotel. La mattina successiva la cerca al telefono per un “meeting” di lavoro già fissato, senza ricevere risposta. Lei lo chiama dopo alcune ore. “L’ho sentita stordita e confusa perché non sapeva cosa fosse successo”, ha detto il 44nne rispondendo alle domande della pm Alessia Menegazzo. Si sono incontrati ed “era molto molto nervosa, ha iniziato a dirmi che aveva dolore”. “Mi ha fatto vedere dei lividi e ha detto che aveva delle escoriazioni”, ha proseguito. “Non sapevo cosa fare e le ho detto ‘andiamo in ospedale’ – ha detto lo spagnolo assistito da un interprete -. Lei non voleva andare e io insistito: ‘andiamo in ospedale'”. “Ho pensato che le fosse successo qualcosa”, ha chiarito sul perché della propria insistenza nel rivolgersi ai medici. “Per capire che cosa fosse successo”. 

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