I legali di Stasi: "Valuteremo istanza di revisione dopo indagini"
I legali di Alberto Stasi valuteranno se chiedere un processo di revisione dopo “gli sviluppi” e aver preso visione “degli atti coperti da segreto istruttorio” della nuova indagine della Procura di Pavia su Andrea Sempio. “Poi naturalmente agiremo”, afferma l’avvocata Giada Bocellari che con il collega Antonio De Renzis assiste il 41enne che sta scontando 16 anni nel carcere di Bollate per l’omicidio di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. Per il momento i difensori non presenteranno istanza di revisione alla Corte d’appello di Brescia.
I pm: “Interrogare Sempio e analizzare impronta della sua scarpa”
Oltre ad analizzare il dna di Andrea Sempio e confrontarlo con quello rinvenuto nelle unghie di Chiara Poggi, la Procura di Pavia intende “interrogare” l’allora 19enne amico del fratello della vittima, Marco Poggi, “confrontare” le sue “impronte” delle scarpe con quelle repertate nella villetta teatro dell’omicidio e “mai acquisite”. È quanto emerge dal ricorso in Cassazione con cui i pm Valentina De Stefano e l’aggiunto Stefano Civardi hanno chiesto di poter riaprire le indagini sul 37enne (già archiviato 8 anni fa) dopo aver ricevuto due no dai gip di Pavia. Gli inquirenti, che coordinano i carabinieri del Nucleo investigativo, intendono sentire gli amici di Chiara Poggi e del fratello e “ricostruire compiutamente le frequentazioni della vittima”.
La grandezza delle impronte repertate nella villa di Garlasco in cui il 13 agosto 2007 fu uccisa Chiara Poggi sarebbe compatibile con la taglia delle scarpe di Andrea Sempio. È quanto sostiene la difesa di Alberto Stasi, condannato in via definitiva per l’omicidio, in una consulenza tecnica di parte acquisita dalla Procura di Pavia e citata nel ricorso alla Corte di Cassazione per chiedere l’apertura di nuove indagini e l’iscrizione sul registro degli indagati dell’amico del fratello della vittima.
Al vaglio alibi di Sempio, parcheggio e telefonate a vuoto
Uno scontrino di un parcheggio di Vigevano per dimostrare di non essere a Garlasco la mattina dell’omicidio di Chiara Poggi e tre telefonate tra il 7-8 agosto 2007, rispettivamente di 2, 8 e 21 secondi sul numero fisso di casa della vittima. Ripartono da nuovi accertamenti su questi aspetti, oltre che dalla richiesta di approfondimenti sul dna, le indagini per l’omicidio del 13 agosto 2007 riaperte dalla Procura di Pavia sull’amico di Marco Poggi, fratello della vittima, Andrea Sempio. Elementi in parte già emersi nel corso della prima inchiesta sull’uomo oggi 37enne, inquisito nel 2016 e 2017 per omicidio volontario e su cui gli allora pubblici ministeri Giulia Pezzino e Mario Venditti nella richiesta di archiviazione dissero che “si fatica molto a definire indizi”. Ora che i nuovi pm e i loro consulenti tecnici sono giunti alla conclusione, sulla base di una perizia difensiva sulle tracce genetiche presenti su 9 margini di unghie della vittima (già analizzate e oggetto di perizia nel processo d’appello bis che ha condannato Stasi a 16 anni), che “uno dei cinque aplotipi repertati” sarebbe “compatibile” con Sepio, oltre all’esame genetico più approfondito al via giovedì, viene rimesso in discussione anche l’alibi: la presenza di Sempio nel parcheggio di piazza Ducale a Vigevano alle 10.18 mentre le celle telefoniche agganciate dal cellulare lo danno circa mezz’ora prima a Garlasco e poi di nuovo alle 11.10. Per i vecchi investigatori sarebbe comunque stato possibile uscire di casa senza telefono. Sempio spiegò di aver atteso la madre nella propria abitazione intorno alle 9.50 per prendere l’unica auto disponibile in famiglia ed essersi recato alla Feltrinelli di Vigevano, trovandola chiusa e di essere rientrato a casa. I genitori hanno confermato senza che dalle intercettazioni attivate sulla famiglia emersero accordi per fornire una versione di comodo. Le telefonate a vuoto invece sono state all’epoca chiarite come un tentativo di contattare l’amico, Marco Poggi, nel frattempo partito per le vacanze. La prima, da 2 secondi, spiegata da Sempio come un errore (chiama il fisso invece che il cellulare dell’amico) non è stata ritenuta una conversazione ma un automatismo dell’impianto di allarme della villetta di Garlasco che prevedeva la risposta automatica in caso di due telefonate in ingresso in meno di mezzo minuto. La seconda e la terza come tentativi di contattare ancora l’amico che, sentito come testimone, disse di non ricordare di aver detto all’amico della propria partenza. “Non c’era l’abitudine fra noi ragazzi di salutarci quando uno partiva, anche perché era una questione di dieci giorni quindi non mi era nemmeno venuto in mente di mandare un messaggio o fare una telefonata per salutare”.
Delitto Garlasco, indagini su Sempio bocciate due volte
Oltre ad essere stato archiviato nel 2017, le istanze di riapertura delle indagini su Andrea Sempio per il delitto di Garlasco sono già state bocciate in due occasioni dal gip di Pavia. Il 28 febbraio 2024 per mancanza di “novità” delle prove perché “il tema dell’ indagine genetica” sul dna del 37enne sarebbe già stata “esplorata” nella sentenza bis della Corte d’assise d’appello di Milano che ha condannato Alberto Stasi a 16 anni nel 2015. Una seconda volta tre mesi più tardi, il 9 maggio 2024, richiamando il primo provvedimento. E’ quanto emerge dal ricorso per Cassazione della Procura di Pavia accolto dai giudici della Suprema Corte. La Cassazione definisce “abnorme” il decreto del gip di non luogo a provvedere motivando fra l’altro che, se un pm alla luce di nuovi elementi “continuasse ad indagare in procedimento contro ignoti” sarebbe “esposto non solo a sanzioni disciplinari” e compierebbe “atti di indagini affetti da inutilizzabilità”. Fra dicembre 2022 e gennaio 2023 la Procura di Pavia ha svolto indagini su “atti di impulso” arrivati dalla difesa di Stasi, con gli avvocati Giada Bocellari e Antonio De Rensis. In particolare è stato conferito incarico ai consulenti di “analizzare le conclusioni” dei periti di parte difensiva per stabilire se con l’evoluzione della “scienza” le “tracce di Dna maschile” nelle “unghie della vittima” all’epoca delle prime indagini ritenute “non utilizzabili ai fini di comparazione” possano essere utilizzabili per una “comparazione genetica”.
Delitto Garlasco, la famiglia di Chiara: “Un calvario che si riapre”
“Un calvario che si riapre”, “dopo diciotto anni sia io che mia moglie che nostro figlio pensavamo che fosse finita. Finita-finita. E invece…”. Così, in una intervista a Repubblica Giuseppe e Rita Poggi, genitori di Chiara, commentano l’iscrizione nel registro degli indagati di Sempio, amico del fratello di Chiara, Marco. “Non so cosa sia successo – prosegue Giuseppe Poggi -. Certo, ricordo che questa persona era già stata indagata, ma poi non c’era stato più niente, nel senso che la verità giudiziaria sull’omicidio di Chiara è stata scritta”.
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