Legittimo impedimento del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. Lo scrittore: "È un traditore della democrazia"
Il giudice monocratico della sesta sezione penale del tribunale penale di Roma ha rinviato al prossimo 25 giugno l’udienza che vede imputato il giornalista e scrittore Roberto Saviano imputato per diffamazione nei confronti del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini. L’accusa di cui deve rispondere Saviano riguarda un post pubblicato sui social nel quale Saviano aveva definito Salvini “ministro della mala vita” citando la frase che Gaetano Salvemini utilizzò nei confronti di Giovanni Giolitti, “perché utilizzava il Sud Italia come bacino di voti, dimenticandolo una volta vinte le elezioni”. Il nuovo rinvio, il terzo del processo, è dovuto a un impegno istituzionale a cui Salvini doveva partecipare a Milano. Il giudice, accogliendo l’istanza per legittimo impedimento ha disposto in rinvio, preannunciando anche la predisposizione, per l’occasione, di un video collegamento.
Il rinvio è stato duramente criticato da Saviano che, durante le sue dichiarazioni spontanee in aula ha dichiarato: “Questo processo è iniziato nel 2023, su un fatto risalente all’estate del 2018, non si vuole fare”. A fine udienza, Saviano ha definito Salvini “un traditore della democrazia, un uomo che sta portando il Paese ad una deriva pericolosissima”.
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