La 51enne Rosa Vespa ha detto ai magistrati di aver fatto tutto da sola, ma non ha saputo spiegare i motivi del suo gesto
Sarebbe caduto nella ‘trappola’ della moglie almeno fino a pochi minuti prima dell’arrivo della polizia nella casa di Castrolibero (Cosenza) dove stava festeggiando la nascita di quello che credeva fosse il figlio. L’udienza di convalida dell’arresto per Rosa Vespa, 51 anni, e il marito Moses Omogo Chiediebere, 42 anni, si chiude con un ‘colpo di scena’, quando la gip del tribunale di Cosenza Claudia Pingitore convalida l’arresto dell’uomo ma ne dispone l’immediata scarcerazione accogliendo la richiesta del pm.
Vespa avrebbe fatto tutto da sola
Si chiude così il primo atto della vicenda giudiziaria che si è aperta dopo il rapimento lampo della piccola Sofia, portata via dalla clinica ‘Sacro Cuore’ il 21 gennaio, a solo un giorno dalla nascita della piccola. A prelevarla, fingendosi puericultrice, Rosa Vespa, la stessa donna che pochi giorni prima aveva annunciato la nascita di un bambino e che avrebbe fatto tutto da sola, simulando prima la gravidanza e poi il parto, fino ad arrivare a rapire una bambina. Che il marito non sapesse nulla, per quanto strano, era emerso già nelle primissime fasi dell’indagine. Fin dall’inizio infatti gli investigatori della polizia di Cosenza erano perplessi su un presunto ruolo ‘attivo’ del 42enne che sarebbe invece apparso da subito estraneo al piano. Sarebbe dunque stato davvero convinto di stare aspettando un figlio con la moglie fino a che la notizia di un rapimento di una bambina dalla stessa clinica in cui la moglie avrebbe partorito non ha iniziato a circolare anche sui social. “Era convinto della gravidanza della moglie, gli faceva vedere le ecografie, la pancia, ma si è accorto che qualcosa non andava poco prima dell’arrivo della polizia a casa. La notizia aveva iniziato già a circolare anche sui social e ha chiesto spiegazioni. Alla fine, qualche minuto prima che arrivassero gli agenti, lei glielo ha detto, ‘sì, sono stata io'”, spiega a LaPresse l’avvocato Gianluca Garritano, legale di Moses Omogo Chiediebere. “Il racconto del mio assistito è stato ritenuto credibile anche dagli stessi inquirenti“, ha sottolineato il legale dell’uomo.
Il padre della bimba: “Strano non sapesse nulla”
Per costruire il suo castello Vespa avrebbe mostrato anche una finta lettera di dimissioni dall’ospedale, lettera, si apprende da fonti legali, che ora è agli atti del fascicolo. Davanti al gip, però, la donna non ha saputo spiegare il motivo del suo gesto. Assistita dall’avvocata Teresa Gallucci, ha raccontato di aver finto una gravidanza per 9 mesi ingannando anche il marito e ha precisato di non aver voluto fare del male a nessuno. Su quanto da lei commesso non ha saputo darsi una risposta logica, mentre sulla dinamica dell’accaduto ha fornito alcuni particolari sui quali proseguono le indagini. La legale ha poi chiesto per la donna una visita psichiatrica in carcere, richiesta alla quale il pm non si è opposto. “Il marito scarcerato non sapeva davvero nulla? Se hanno ritenuto così, evidentemente è così. Certo sembra strano non si fosse accorto della gravidanza“, dice a LaPresse Federico Cavoto, padre della neonata. Tutto, almeno per loro, è finito bene ma, dice ancora Cavoto, “la testa va sempre lì” a quelle ore di paura.
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