G.M., 48 anni, è stato subissato di continue richieste di soldi dai due, che ora sono indagati per estorsione aggravata e istigazione al suicidio

Viveva nella paura per le continue minacce, per i ricatti e per le richieste di denaro della figlia 15enne e del suo fidanzatino di 17 anni. In più conviveva con il senso di colpa per non essere riuscito a educarla. Per tre mesi da dicembre 2023, G.M., un 48enne di Palermo, è stato subissato di messaggi Whatsapp con continue richieste di soldi, e il fidanzato della figlia lo ha persino minacciato di morte. Lo scorso marzo non ce l’ha fatta più, e si è tolto la vita impiccandosi in casa. Oggi, per quella morte, i due giovani sono stati arrestati.

Arrestati i due minori

Il suicidio è apparso subito anomalo, e i parenti dell’uomo lo hanno immediatamente ricondotto alle pressioni dei due adolescenti. A testimonianza del dramma vissuto dal padre, gli inquirenti hanno trovato il telefono dell’uomo con dentro tre mesi di chat, che non hanno lasciato dubbi. Dopo otto mesi di indagini la procuratrice per i minorenni Claudia Caramanna ha arrestato i due ragazzi per estorsione aggravata e istigazione al suicidio. La figlia è stata messa in una comunità a Catania, mentre il ragazzo, che nel frattempo è diventato maggiorenne, è rinchiuso all’Ipm Malaspina di Palermo. Per entrambi l’udienza preliminare si aprirà il 26 marzo davanti al gup del tribunale per i minorenni Nicola Aiello.

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