Lo sfogo della parente della 29enne uccisa a Senago: "Come vederla morire una seconda volta"

Per i familiari di Giulia presenti in aula ieri, assistere al processo per il suo omicidio è stato come vederla morire una seconda volta. Le parole della difesa sono risuonate offensive e insensibili, definendo l’atroce atto compiuto dall’assassino come un ‘grave gesto’ ù come se si trattasse di un banale errore, una marachella, e non di un crimine efferato.
La difesa ha affermato che, se l’assassino fosse stato un ‘vero stratega’, avrebbe ‘buttato il corpo’” di Giulia, come se si stesse parlando di immondizia, senza alcun rispetto per il valore di una vita umana”. Lo scrive in un lungo post su Instagram la sorella di Giulia Tramontano, Chiara, all’indomani dell’udienza nella quale la procura ha chiesto l’ergastolo per Alessandro Impagnatiello.

“Parole che offendono non solo la memoria della vittima – continua il post – ma anche chi rimane. Invece di affrontare la realtà di un crimine tanto crudele, è stato chiesto di far cadere molteplici aggravanti, come se potessero essere ignorate. Con una raccapricciante lettura di messaggi inviati dall’assassino alla sua vittima dopo averla uccisa, siamo stati invitati ad apprezzare uno spiraglio di senso di colpa e richiesta di perdono. Una ridicola sceneggiatura, riproposta dalla sua difesa per una valutazione distorta di gesti in cui si nasconde tutta l’atrocità di chi finge di cercare una compagna che aveva già ucciso e bruciato due volte. Questo linguaggio così ridicolo e inumano rappresenta, forse, anche chi difende il colpevole. Con voce sottile, quasi a voler nascondere l’assurdità delle proprie parole, la difesa ha chiesto la ‘giusta pena’. Ma quale può essere la giusta pena per un essere così misero? Esiste davvero una pena adeguata per chi, con tale brutalità, priva una persona della sua vita e una famiglia della propria pace? Ci si aspetta sempre che, di fronte alla verità, un assassino alzi le mani e accetti il suo destino. Invece, abbiamo assistito a una teatrale rappresentazione del fallimento dell’empatia verso la famiglia della vittima e di ogni valore umano. Nell’immagine di questo assassino si nasconde tutto il fallimento dell’umanità, socialità, famiglia, e del rispetto dei sentimenti altrui. Ogni parola spesa per un tale assassinio diventa miserabile e ripugnante come lo stesso”.

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