Secondo gli investigatori l'uomo, condannato in via definitiva per l'omicidio dello zio, potrebbe essere anche andato in Sudamerica

Gli investigatori della polizia e della Guardia Civil spagnola hanno acquisito i fotogrammi di alcune telecamere che il 30 giugno scorso hanno ripreso Giacomo Bozzoli nell’Hard Rock hotel di Marbella in Spagna. Forse le ultime immagini del 39enne, condannato in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio dello zio Mario – il cui cadavere venne incenerito nell’altoforno dell’azienda di famiglia nel Bresciano – e che ha fatto perdere le sue tracce dopo la sentenza con cui la Corte di Cassazione ha reso la condanna irrevocabile. Le immagini sono state mostrate sulla Rai dal Tg1.

 

L’Interpol, che coordina la rogatoria della magistratura italiana che dà la caccia al latitante, ha esteso le sue ricerche anche in Sudamerica, dove l’uomo potrebbe essersi rifugiato sotto falsa identità con un passaporto contraffatto. Le indagini della procura di Brescia e dei carabinieri, secondo quanto apprende LaPresse, si muovono su un doppio binario, su quello internazionale per la cattura di Bozzoli e su quello nazionale per cercare di scoprire chi avrebbe potuto fornirgli il passaporto falso con cui espatriare. A quest’ultimo scopo, si indaga nella criminalità dell’Est, e la lente d’ingrandimento degli investigatori è puntata anche sul giro dei rottamai di etnia sinti che si rivolgevano a Giacomo Bozzoli per fondere l’ottone. L’imprenditore, secondo gli inquirenti, avrebbe la forza economica di vivere da latitante all’estero.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata