I pm: dal fondatore M5S pressioni sui ministri ma nessun reato

La Procura di Milano ha chiesto di archiviare l’inchiesta per traffico d’influenze a carico di Beppe Grillo e dell’armatore della Moby, Vincenzo Onorato. L’indagine, curata dai pubblici ministeri Maurizio Romanelli e Cristiana Roveda, era stata conclusa a marzo 2023: ipotizzava che il fondatore e ‘garante’ del Movimento Cinque Stelle avesse sfruttato le proprie relazioni con parlamentari e ministri del Movimento ai tempi del cosiddetto ‘governo giallo-verde’ (2018-2019) per inoltrare loro, con una “mediazione illecita”, le richieste dell’armatore, e in cambio ricevere dallo stesso pubblicità sul proprio blog. Sotto i fari della Guardia di Finanza era finito un “accordo di partnership” tra Moby e Beppe Grillo srl per la diffusione di “contenuti redazionali”, oltre all’organizzazione di un comizio elettorale del M5S a Torre del Greco il 12 febbraio 2018 in cui Onorato avrebbe promesso a Grillo: “Ti porto la città in piazza“. 

La richiesta di archiviazione, che dovrà essere vagliata da un gip e potrebbe richiedere diverse settimane o mesi, arriva a oltre un anno dalla conclusione delle indagini preliminari che avevano coinvolto, pur senza mai contestare reati, gli allora ministri dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture in quota Movimento Cinque Stelle, Luigi Di Maio, Stefano Patuanelli e Danilo Toninelli. Grillo e Onorato erano stati raggiunti, nel corso dell’inchiesta, anche da decreti di perquisizione, con il sospetto che l’armatore 67enne e il suo gruppo avessero ottenuto, grazie alle relazioni politiche di Grillo, “un indebito vantaggio patrimoniale” a prescindere da una “valutazione dell’interesse pubblico”. Tra chat e scambi di mail acquisiti dagli investigatori anche quelle fra il comico e il patron di Moby in occasione dei comizi politici in Campania. Grillo scrive: “Organizza a Castellammare veniamo io e Di Maio. Senza dire che ci sentiamo ok?”. Onorato risponde: “Torre del Greco Comandante. Torre”; Grillo: “sì sì Torre”; Onorato: “ti porto la città in piazza”. In una mail successiva Onorato ribadisce il concetto: “Torre è la capitale del regno dei marittimi disoccupati. 60.000 persone ti riempio la piazza principale”. Il 12 febbraio 2018, subito dopo l’evento, Onorato scrive: “Com’è andata?”. “Bene, piazza pienissima“, risponde il fondatore del M5S. 

Pm: da Grillo pressioni su ministri ma nessun reato

Secondo quanto si apprende, i pm chiedendo l’archiviazione affermano che da parte di Beppe Grillo ci sarebbe stato un intervento ‘perentorio’ sui ministri del Movimento Cinque Stelle nei governi Conte 1 e 2 per portare loro le istanze di Onorato e gli stessi avrebbero risposto con ‘sollecitudine’, ma da questo intervento non sarebbe scaturita la commissione di reati. I pubblici ministeri baserebbero la richiesta di archiviare l’indagine sulla differenza fra il perimetro della “mediazione illecita” – inizialmente contestata – e la ‘attività lobbistica’. In particolare il traffico d’influenze sarebbe stato penalmente rilevante solo se ‘funzionale’ al compimento di uno o più reati successivi o se messo in atto da un pubblico ufficiale, come non era Grillo all’epoca dei fatti. Le richieste avanzate da Onorato sarebbero state ‘girate’ agli allora ministri Luigi Di Maio, Stefano Patuanelli e Danilo Toninelli in tre occasioni: un intervento sulla Commissione europea, l’interessamento del Ministero delle Infrastrutture su un pagamento al gruppo Moby e la vendita della flotta della compagnia che, a dire di Onorato, sarebbe stata impedita da Unicredit, capofila di un pool di banche erogatrici di un finanziamento. Ciò sarebbe però avvenuto senza che i tre ministri grillini commettessero alcun reato di abuso d’ufficio o corruzione.

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