A Lampedusa 10 sono le vittime, 51 i naufraghi soccorsi

Due tragedie, le ennesime nel Mediterraneo, hanno strappato la vita a donne, bambini, uomini, intere famiglie che stavano cercando di raggiungere l’Europa. Entrambe sono avvenute nella notte tra il 16 e il 17 giugno.

Lampedusa, 10 vittime e 51 naufraghi soccorsi

La prima tragedia è avvenuta nella zona al largo di Lampedusa dove il veliero Nadir della Ong Resqship ha soccorso 51 persone, reduci da un naufragio. Purtroppo, per altre 10 non c’è stato nulla da fare, erano già morte. I loro corpi sono stati trovati stipati all’interno della nave di legno. “L’equipaggio della nave a vela ha trovato la barca di legno, goffa e sovraffollata, a circa 50 miglia a sud-ovest di Lampedusa, nella regione di ricerca e salvataggio maltese, a seguito di una chiamata di soccorso di Watch the Med – Alarm Phone. Il motore della barca si era fermato. Abbiamo prima salvato le persone dal ponte superiore. Solo allora siamo riusciti a raggiungere il ponte inferiore, dove abbiamo trovato diversi cadaveri che erano soffocati dai vapori di benzina o erano svenuti a causa dei fumi ed erano poi annegati nello scafo pieno”, ha detto Ingo Werth, skipper della Nadir. “Siamo riusciti a salvare due persone prive di sensi dal ponte inferiore – prosegue la ong – per raggiungere una di loro abbiamo dovuto aprire il ponte con un’ascia”.

Sessantasei dispersi al largo della Calabria, 26 sono bambini

Nelle stesse ore, ma verso la costa calabrese, altra morte, altro dolore. Nella stessa notte è infatti naufragata una barca a circa 120 miglia dalle coste italiane, al limite delle aree Sar di competenza della Grecia e dell’Italia, con a bordo oltre 70 persone. Sul posto è intervenuta fin dalla notte la Guardia Costiera italiana a seguito di un ‘may-day’ lanciato da un’unità da diporto francese che ha segnalato una barca semi affondata. Ha recuperato 12 migranti facendo poi rotta a Roccella Jonica dove sono stati fatti sbarcare: uno di loro è deceduto subito dopo le operazioni di sbarco. “Ho parlato con un ragazzo che ha perso la sua fidanzata. I superstiti hanno parlato di 66 persone disperse, tra cui almeno 26 bambini, anche di pochi mesi. Intere famiglie dell’Afghanistan sarebbero morte. Sono partiti dalla Turchia 8 giorni fa e da 3 o 4 giorni imbarcavano acqua”, racconta Shakilla Mohammadi, mediatrice interculturale di Medici Senza Frontiere a Roccella Jonica che stamattina era al porto dove sono stati sbarcati i superstiti. “Ci hanno detto che viaggiavano senza salvagente e che alcune imbarcazioni non si sono fermate per aiutarli”, ha aggiunto la mediatrice.

Un Mare di sangue

Una scia di sangue che bagna le acque del Mare Nostrum, come ricorda Save the Children che è intervenuta con i propri team a Roccella Jonica e a Lampedusa fin dalle prime fasi dello sbarco per assicurare supporto e protezione alle persone sopravvissute: “Sono oltre 920 i morti e i dispersi in tutto il Mediterraneo solo nel 2024, pari a più di 5 persone al giorno, oltre 29.800 dal 2014, in quella che si conferma essere ancora una volta la rotta più letale al mondo“.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata