Il direttore generale Antonio d'Amore: "Le testimonianze dei pazienti possono essere preziose"

Il direttore generale dell’ospedale Cardarelli di Napoli, Antonio d’Amore, risponde alla denuncia social della 33enne musicista napoletana Linda Feki (LNDFK), che in un suo post sui social ha raccontato la sua difficile esperienza vissuta quando ha avuto un aborto volontario qualche mese fa, descrivendola come “straziante” e narrando di essere stata umiliata e ingannata in ospedale. “Abbiamo grande attenzione per questo percorso perché riteniamo sia importante che un ospedale come il nostro, estremamente qualificato e di valenza nazionale, garantisca in ogni giorno dell’anno il diritto all’Ivg per le donne che lo scelgono. Sappiamo che il momento dell’interruzione volontaria di gravidanza è estremamente delicato e per questo riteniamo sia importante avere feedback sul nostro percorso. In quest’ottica ho chiesto a Linda Feki di incontrarci; le testimonianze dei pazienti ci hanno già aiutato a migliorare diversi servizi e possono essere preziose anche in questo caso”, ha dichiarato d’Amore, in una nota diffusa dall’ospedale. Il Cardarelli ricorda come siano “oltre 300 le donne che ogni anno si affidano all’ospedale Cardarelli di Napoli per interrompere la gravidanza in modo volontario. Per loro è previsto il percorso indicato dalla legge: colloquio con assistente sociale e visita ambulatoriale (al Cardarelli è il mercoledì, ma in caso di urgenza si effettua anche in altri giorni); percorso di Ivg farmacologico o, se il medico non lo ritiene opportuno, percorso chirurgico ogni giorno della settimana, in base alle esigenze della donna e alle opportunità organizzative”. E aggiunge che presso la struttura “sono quattro i ginecologi che effettuano il servizio di Ivg, garantendo l’attività ogni giorno dell’anno, in base alle esigenze delle donne e alle necessità organizzative”. 

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