La donna è stata condannata all'ergastolo per l'omicidio della figlia. In corso udienza di estradizione

La madre di Saman Abbas, Nazia Shaheen, 51 anni, è stata arrestata in Pakistan. La donna era stata condannata all’ergastolo dal tribunale di Reggio Emilia per l’omicidio della figlia, avvenuto il 1 maggio 2021 a Novellara. Su di lei, latitante da quel giorno, pendeva un mandato di cattura internazionale.

Shaheen è stata rintracciata in Pakistan in un villaggio ai confini con il Kashmir. L’arresto della donna è stato possibile grazie alle attività di indagine poste in essere in collaborazione con Interpol e la Polizia Federale pachistana. 

Dopo l’arresto la donna è stata portata davanti alla Corte Distrettuale di Islamabad per la convalida del fermo, poi avvenuto, e l’avvio delle procedure di estradizione.  

La condanna per omicidio

La Corte d’assise di Reggio Emilia il 30 aprile scorso aveva depositato le motivazioni della sentenza di ergastolo per i genitori della ragazza (Shabbar Abbas e, appunto, Nazia Shaheen) e a 14 anni di reclusione lo zio Danish Hasnain per l’omicidio della 18enne di origini pachistane, scomparsa nella primavera del 2021 da Novellara e trovata morta un anno e mezzo dopo.

Secondo i giudici i genitori della ragazza l’hanno “letteralmente accompagnata a morire“, e non si esclude che a ucciderla materialmente sia stata proprio la madre. Pe i giudici Nazia Shaheen, la madre di Saman Abbas, ha “partecipato attivamente ai momenti in cui si è decisa la sorte” della figlia e la “decisione di uccidere la giovane ragazza” è “stata concordata dai genitori nel corso delle telefonate con Danish Hasnain (lo zio ndr)” tanto che “si può affermare con sconfortante certezza che gli imputati – Shabbar Abbas e Nazia Shaheen (rispettivamente padre e madre della 18enne ndr) abbiano letteralmente accompagnato la figlia a morire“, spiegano ancora le motivazioni della sentenza.

 

Legale fidanzato Saman: “Ora la madre paghi per il più atroce dei crimini”

“È giusto che paghi dopo essere stata condannata all’ergastolo per quello che è il più atroce dei crimini, l’omicidio della figlia”. Così ha commentato la notizia a LaPresse l’avvocato Barbara Iannuccelli, legale del fidanzato di Saman, Saqib Ayub. “La donna è emerso dalle intercettazioni che chiamasse Saman ‘pazza’ e viene dipinta come una donna fredda e calcolatrice. Nonostante la sentenza non è definitiva perché pende l’appello è chiaro che la sua posizione è quella di una donna il cui ruolo nell’omicidio della figlia è stato certificato da una sentenza. A mio avviso, nel suo caso, tutto dovrà essere più veloce”, ha affermato per quanto invece riguarda la futura procedura di estradizione

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