Prato, ufficiale carabinieri arrestato per corruzione

L'uomo è anche accusato di accesso abusivo a sistema informatico delle forze di polizia

Con l’accusa di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio e accesso abusivo a un sistema informatico o telematico, è stato arrestato e condotto in carcere un ufficiale superiore dei carabinieri in servizio a Prato, indagato anche per peculato, omessa denuncia di reato all’autorità giudiziaria e per omissione di atti di ufficio. Il provvedimento è stato disposto dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Firenze, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo di Firenze. L’ordinanza di custodia cautelare riguarda oltre che l’ufficiale dell’Arma anche un imprenditore tessile e un titolare di un’agenzia di investigazioni private, entrambi destinatari degli arresti domiciliari. I provvedimenti sono stati eseguiti dal Ros dei carabinieri nelle province di Prato e Torino, con il supporto dei locali comandi provinciali dei carabinieri.

Le indagini

In un comunicato del procuratore capo di Firenze Filippo Spiezia viene spiegato che “l’indagine si è concentrata sulle condotte dell’ufficiale dell’Arma che, nella sua qualità di comandante di reparto, avrebbe intrattenuto rapporti corruttivi con l’imprenditore, ponendo in essere plurimi atti contrari ai doveri d’ufficio, consistiti anche in accessi abusivi alla banca dati delle forze di polizia“, e a fronte di ciò, “il militare avrebbe ottenuto dall’imprenditore utilità economiche (pagamento di un viaggio negli Stati Uniti) e rassicurazioni circa un interessamento, per il tramite di un esponente politico di sua conoscenza, per evitare il trasferimento dell’ufficiale ad altra sede, che però non ha sortito l’effetto sperato”. Dalle indagini è emerso, inoltre, che l’ufficiale avrebbe intrattenuto rapporti corruttivi con un titolare di un’agenzia investigativa, al quale avrebbe prima rivelato notizie su un proprio dipendente destinate a rimanere riservate e, poi, avrebbe procacciato clienti ricevendo, quale corrispettivo, utilità di diversa natura. Le indagini, che avrebbero evidenziato una considerevole ricerca di accreditamento da parte dell’ufficiale presso l’imprenditoria italiana e cinese, hanno documentato ulteriori numerosi accessi alla banca dati delle forze di polizia eseguiti dal militare (ne sono stati individuati almeno 99), con il fine, secondo le accuse, di fornire informazioni ad un altro imprenditore pratese e a persone con le quali intratteneva rapporti di personale conoscenza, nonché interventi presso altri uffici pubblici per conoscere lo stato di vari procedimenti amministrativi di interesse del suo circuito relazionale. Il procuratore Spiezia precisa che il Comando generale dell’Arma dei Carabinieri ha avviato le procedure di trasferimento ad altra sede dell’ufficiale arrestato e potrebbe avviare le procedure per l’eventuale allontanamento dall’Arma dei carabinieri.