Pasquale Russo morì nel 2020 dopo 30 anni di lavoro nella tv pubblica. La figlia Lucia: "Nessunò informò mio padre della pericolosità della fibra"
Un nuovo caso di morte dovuta al mesotelioma tra i dipendenti Rai, quello riguardante Pasquale Russo, viene portato all’attenzione generale dalla famiglia della vittima, che ha presentato denuncia alla procura di Napoli sul caso lo scorso 23 dicembre. Russo è stato dipendente della sede Rai di Napoli dal 1977 al 2007, ed è morto il 31 agosto 2020 all’età di 76 anni per un mesotelioma pleurico, lo stesso di cui è rimasto vittima Franco di Mare.
La vedova di Russo ha presentato una denuncia-querela nella quale si rappresenta che “durante il periodo in cui prestava servizio come capo operaio costruttori, in falegnameria e in parte negli studi televisivi per montaggio e smontaggio e relative alla realizzazione di costruzioni scenografiche per produzioni in studio ed esterno”, l’amianto “fu utilizzato anche dopo l’entrata in vigore della legge 257/92”.
Tra le richieste al procuratore di Napoli evidenziate nell’atto c’è quella di “identificare i responsabili dell’esposizione ad amianto del congiunto, iscriverli nel registro degli indagati e di avviare un procedimento penale”, oltre a quella di “attivare una verifica su base epidemiologica dell’impatto dell’uso dell’amianto nella Rai (in tutte le sue sedi) tra i dipendenti e collaboratori”.
Lucia Russo: “Nessunò informò mio padre della pericolosità dell’amianto”
La figlia di Pasquale Russo, Lucia, racconta che “quando chiedemmo a mio padre come fosse possibile che avesse dell’amianto nei polmoni, ci stupì dicendo che in Rai, oltre ad essere stato presente in parte della struttura, poi bonificata, per alcuni anni veniva utilizzato spesso dai costruttori, finché non fu smaltito completamente. Ci raccontò, ad esempio, che si usavano i fogli di amianto nella costruzione di camini da scena, oppure per tagliare le vie di fuga”. “Papà – sottolinea inoltre Lucia Russo – nel corso delle sue mansioni non aveva ricevuto alcuna informazione preventiva sulla pericolosità dell’amianto, né su eventuali problemi di salute correlati”.
L’Osservatorio Nazionale Amianto riferisce che “solo il 18 febbraio 2022 l’Inail ha ufficialmente confermato l’origine professionale della malattia dell’uomo”. È quanto mai opportuno e doveroso che “oltre a risarcire le vittime senza ulteriori ritardi, la Rai valuti di sottoporre a sorveglianza sanitaria tutti i dipendenti che possono essere stati esposti all’Amianto e porti a termine le bonifiche”, dichiara l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto e legale dei familiari di Russo.
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