Il Cas in cui erano ospitati la vittima e il suo aggressore fa parte di una rete con più di 5mila punti in tutto il territorio

Era ospite nel Centro di Accoglienza Straordinaria di Cassinasco, in provincia di Asti, il 18enne originario del Gambia morto a seguito di una violenta aggressione, avvenuta lo scorso 30 aprile a Canelli, da parte di un cittadino di origine pakistana, ospite a sua volta nella stessa struttura d’accoglienza astigiana. Un pestaggio violento, con bastoni e catene, sulla cui dinamica sono al lavoro i carabinieri, per chiarire anche se vi sia stata una richiesta d’aiuto della vittima, rimasta inascoltata dai passanti. Il presunto aggressore è stato fermato, e una terza persona è stata denunciata per rissa aggravata. Il CAS nel quale erano ospitati la vittima e il suo aggressore fa parte di una rete che conta più di 5mila punti in tutto il territorio nazionale, per una capacità che si aggira sugli 80mila posti, e che rientra nella complessa e variegata galassia del sistema d’accoglienza.

Come funziona il sistema dell’accoglienza

In prima istanza, le persone approdate irregolarmente nel territorio nazionale vengono condotte negli “hotspot”. Si tratta di strutture solitamente realizzate in corrispondenza delle principali aree di sbarco. In questi luoghi i migranti rimangono il tempo necessario a completare le procedure di primo soccorso nonché di identificazione. Sempre qui i migranti ricevono l’informativa legale e possono dichiarare la volontà di avanzare richiesta per la protezione internazionale. In questo caso i richiedenti asilo possono essere condotti, su disposizione del prefetto, nei Centri di Prima Accoglienza (CPA), strutture governative dislocate sull’intero territorio nazionale.

Cpa, Cas e Cpr

Nel contesto dei CPA rientrano anche gli ex CARA (Centri di Accoglienza per Richiedenti Asilo) e gli ex CDA (Centri Di Accoglienza). In queste strutture sono garantite assistenza materiale, sanitaria e la mediazione linguistico-culturale. In caso di esaurimento dei posti nei centri governativi, a causa di massicci afflussi di richiedenti, questi possono essere ospitati in strutture diverse. La natura di queste strutture, denominate appunto CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria), è temporanea e l’individuazione viene effettuata dalle Prefetture, sentito l’ente locale nel cui territorio è situata la struttura. Diversi sono i Cpr, Centri di Permanenza per il Rimpatrio. Gli stranieri giunti in modo irregolare in Italia che non fanno richiesta di protezione internazionale o non ne hanno i requisiti sono qui trattenuti per consentire l’esecuzione del provvedimento di espulsione da parte delle Forze dell’ordine. Il tempo di permanenza è funzionale alle procedure di identificazione e a quelle successive di espulsione e rimpatrio. Secondo un’inchiesta condotta da ‘Altreconomia’, e denominata ‘Cpr fuori controllo’, sono appena 33 le ispezioni svolte nei CPR italiani nell’arco temporale compreso tra l’inizio del 2019 e il marzo 2024. In alcune strutture, come Brindisi, Gradisca d’Isonzo (Go) e Trapani c’è stata una sola visita dei funzionari della Prefettura. In altre, come a Milano e Palazzo San Gervasio (Pz) i controlli sono stati 6 e 12, ma senza gli effetti sperati: entrambe le strutture infatti sono sotto indagine da parte delle Procure competenti.

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