Nizza Monferrato, gli scritti “angosciati”di Makka sulle violenze del padre poco prima del delitto

Il legale Sfolcini: "Aveva paura di non poter raccontare quello che stava accadendo in quella casa"

Poche righe, anzi pagine, alcune confuse, altre più precise, per raccontare quanto stava accadendo in quella casa. Sono quelle lasciate da Makka, la 18enne che si trova ai domiciliari con l’accusa di aver ucciso il padre 50enne Akhyad Sulaev nella loro abitazione di Nizza Monferrato dopo ripetute violenze familiari, soprattutto, secondo le testimonianze e le prime risultanze, ai danni della madre. Sono scritti “angosciati” e in parte “confusi”, spiega il suo avvocato Massimiliano Sfolcini. “Makka lascia aperta l’ipotesi che non sarà più viva quando troveranno gli scritti, temeva, era certa che sarebbe successo qualcosa di gravissimo quel giorno dopo tutto quello che era successo – dice a LaPresse Sfolcini – Si mette lì e scrive due cose confuse al volo in cui rappresenta che si trova in una situazione di totale solitudine e voleva che le persone sapessero, se non poteva più spiegare poteva lasciare traccia di cosa accadeva”. Questi scritti vengono richiamati nell’ordinanza di convalida del gip, che ha stabilito per Makka i domiciliari nella comunità protetta dove già si trovava.