Momenti di paura stamattina al Ghetto ebraico a Roma quando verso le 10 una telefonata anonima avverte di una bomba nella scuola. Immediatamente vengono attivate tutte le procedure di sicurezza e la scuola evacuata. L’allarme viene poi confermato dalla stessa comunità che rassicura che “sono state attivate tempestivamente tutte le procedure di evacuazione già ben consolidate e i protocolli di sicurezza stabiliti”. Sul posto le forze dell’ordine sono schierate e tutta l’area intorno alla scuola ebraica al Portico d’Ottavia è presidiata: presenti polizia e carabinieri con indosso i giubbotti antiproiettile, con in braccio i fucili. La tensione è alta, tutti gli accessi intorno alla scuola sono interdetti, transenne bloccano curiosi e giornalisti.
Intervengono gli artificieri e gli studenti e tutto il personale scolastico rientrano in classe dopo che – come aveva scritto la Comunità ebraica- erano stati portati “con il supporto delle forze dell’ordine in un luogo protetto” è la comunità stessa a ritrattare durante un breve punto stampa, tenuto dall’assessore alla comunicazione Raffaele Rubin: “Vi voglio informare che quanto avvenuto stamattina presso la scuola Portico D’Ottavia è una esercitazione”. Fonti accreditate smentiscono categoricamente a LaPresse che si sia trattato di una esercitazione, che – come riportano le stesse fonti – non verrebbe mai fatta con una guerra in corso. La tensione al ghetto rimane alta e gli accessi continuano a essere controllati. A dare voce ai dubbi che aleggiano nel ghetto ci pensa la nonna di una bambina che frequenta la scuola ebraica, che racconta a LaPresse: “Mia figlia mi ha detto di dire che è stata una esercitazione perché questa è la ‘versione ufficiale’. Lei è venuta a prendere mia nipote a scuola, l’hanno chiamata dicendole di venire subito. Ora la piccola è terrorizzata”.