Biella, detenuto si impicca in cella con lacci delle scarpe

Biella, detenuto si impicca in cella con lacci delle scarpe
A man, detained for illegal border crossing, holds a bar in the detention center of the Hungarian Border Guard in Nyirbator, Hungary, near the Ukrainian border (260 km east of Budapest) April 12, 2007. ungary is prepared to reinforce its non-EU borders and will join the Schengen Agreement and its Information System (SIS), a central database, at the beginning of 2008. The Schengen system is an agreement among European states which allows the abolition of systematic border controls between the participating countries while they guard the external borders heavily. (AP Photo/Bela Szandelszky)

Lo ha denunciato il segretario regionale del Sappe, Vicente Santilli

Un altro suicidio in carcere a Biella, dove un detenuto tunisino è stato trovato morto in cella intorno alle 13 di ieri, 3 ottobre, impiccato a un gancio della propria finestra con un cappio realizzato con lacci di scarpe. Lo ha denunciato il segretario regionale per il Piemonte del Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe), Vicente Santilli. “L’intervento è stato immediato e sia il personale di polizia che i sanitari hanno tentato per oltre mezz’ora di rianimarlo, ma a nulla sono valsi gli sforzi e il personale del 118 ha dovuto constatare il decesso del ristretto”, prosegue Santilli, chiedendo un tavolo permanente regionale sulle criticità delle carceri. 

Capece (Sappe): “Problemi sociali e umani permangono”

Per Donato Capece, segretario generale del Sappe, “l’ennesimo suicidio di un detenuto in carcere dimostra come i problemi sociali e umani permangono, eccome, nei penitenziari, al di là del calo delle presenze. E si consideri che negli ultimi 20 anni le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria hanno sventato, nelle carceri del Paese, più di 25mila tentati suicidi ed impedito che quasi 190mila atti di autolesionismo potessero avere nefaste conseguenze. Gli istituti penitenziari hanno l’obbligo di preservare la salute e la sicurezza dei detenuti e l’Italia è certamente all’avanguardia per quanto concerne la normativa finalizzata a prevenire questi gravi eventi critici – ha concluso il segretario del sindacato più rappresentativo della polizia penitenziaria – Il suicidio di un detenuto rappresenta un forte agente ‘stressogeno’ per il personale di polizia e per gli altri detenuti”.

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