Terremoto Firenze, i precedenti: quando una scossa 6.4 distrusse il Mugello

Terremoto Firenze, i precedenti: quando una scossa 6.4 distrusse il Mugello
Doctor Peggy Hellweg, a geophysicist at the Berkeley Seismological Laboratory shows the magnitude on the seismograph of the Napa earthquake as seen from a recording station located in Berkeley, California, on Monday, August 24, 2014. On Sunday, a 6.1 magnitude earthquake caused significant damage and left three critically injured in California’s northern Bay Area early Sunday, igniting fires, sending at least 87 people to a hospital, knocking out power to tens of thousands and sending residents running out of their homes in the darkness. Aftershocks are still being captured across the area by seismometers that are recording seismic data. (AP Photo/Alex Menendez)

Il 29 giugno 1919 divenne inabitabile più del 50% del paese di Borgo San Lorenzo

Sono due i forti terremoti del passato più vicini all’area della sequenza sismica di queste ore, entrambi con epicentro nella zona del Mugello, regione storica nel cuore dell’Appennino tosco-emiliano, circa 25 km a nord di Firenze: l’evento del 13 giugno 1542 di magnitudo stimata 6.0 e l’evento sismico del 29 giugno 1919 di magnitudo 6.4. L’epicentro di oggi, comunica l’Ingv, Istituto italiano di geofisica e vulcanologia, risulta essere relativamente vicino anche ai terremoti dell’Appennino tosco-romagnolo in particolare al terremoto del 22 marzo 1661 di magnitudo 6.5 e del 29 ottobre 1725 magnitudo 5.67 per i quali vengono stimati valori di intensità macrosismica a Marradi pari all’ottavo grado della scala Mercalli.

Il sisma del 1919

La sequenza del sisma del 1919 iniziò nelle prime ore del 29 giugno con alcune piccole scosse avvertite nella notte; attorno alle 10.15 della mattina (ora locale) ci fu una forte scossa che causò alcuni danni a Borgo San Lorenzo, in provincia di Firenze, e in alcune piccole frazioni vicine, e che allarmò notevolmente la popolazione, la quale si riversò all’aperto. Seguirono altre scosse più leggere nelle ore successive. L’evento principale avvenne nel pomeriggio, alle 17.06. Danni molto gravi e diffusi si ebbero nei comuni di Borgo San Lorenzo e di Dicomano. Nella prima località moltissime case subirono lesioni gravissime e divennero inagibili. Fu rilevato che in generale gli edifici all’esterno sembravano apparentemente poco danneggiati, ma all’interno erano gravemente lesionati o completamente crollati. A seconda delle fonti, tra il 50% e il 75 % dell’edificato di Borgo San Lorenzo divenne inabitabile. Gli effetti nel capoluogo del Mugello sono stati stimati tra i gradi 8 e 9 della scala Mercalli. Gravi danni interessarono anche decine di località situate sul versante romagnolo dell’Appennino, nell’area denominata all’epoca “Romagna Toscana”, che oggi rientra nelle attuali provincie di Firenze e di Forlì. Qui l’impatto dell’evento fu notevolmente aggravato dal fatto che appena 7 mesi prima, il 10 novembre 1918, un forte terremoto aveva colpito il territorio dell’Appennino forlivese, con effetti distruttivi in diversi centri delle alte valli del Savio e del Bidente. La scossa del 29 giugno 1919 causò nuovi danni diffusi e crolli in centri come Santa Sofia, Bagno di Romagna, Galeata, Civitella di Romagna (Forlì Cesena), dove la ricostruzione era appena iniziata e il patrimonio edilizio risultava ancora indebolito, con una vulnerabilità peggiorata proprio a seguito del terremoto precedente. Fu colpita anche la provincia di Arezzo, soprattutto il territorio del Casentino, dove ci furono danni diffusi a Pratovecchio, Poppi, Stia e a Bibbiena. Anche qui l’impatto fu aggravato dai danni preesistenti che erano stati causati dal terremoto del novembre 1918. Danni furono registrati infine nel Valdarno superiore, in particolare a Loro Ciuffenna, Terranova Bracciolini, San Giovanni Valdarno (tutti in provincia di Arezzo) e a Figline Valdarno (Fi).

© Riproduzione Riservata