Si indaga per disastro ferroviario e omicidio plurimo colposi, ma c'è la possibilità del dolo eventuale

La Procura di Ivrea ha iscritto sul registro degli indagati le prime due persone per il disastro ferroviario che ha causato la morte dei 5 operai dell’appaltatrice di Rfi, Sigifer di Borgo Vercelli, travolti da un treno in corsa a Brandizzo nel Torinese la notte tra il 30 e 31 agosto. L’inchiesta per disastro ferroviario e omicidio plurimo colposi guidata dalla Procuratrice Gabriella Viglione e condotta dai pm Giulia Nicodemi e Valentina Bossi con la polizia ferroviaria di Torino ha al centro violazioni dei protocolli per il rilascio del nulla osta e delle autorizzazioni a svolgere le manutenzioni sui binari. L’indagine è stata aperta per l’ipotesi colposa ma, da quanto si apprende, i pm stanno valutando anche la possibilità del dolo eventuale. 

Gli indagati sono due superstiti

Il primo indagato è Antonio Massa, il tecnico della manutenzione dipendente di Rete Ferroviaria Italiana che era presente sul posto a Brandizzo la notte dell’incidente e supervisionava ai lavori di armamento sui binari affidati alla squadra di operai in servizio per l’impresa esterna di Borgo Vercelli e morti travolti dal treno. È iscritto sul registro degli indagati anche il capo cantiere della Sigifer sopravvissuto, il 52enne Andrea Girardin Gibin. Al momento non risultano ancora pervenute le nomine degli avvocati difensori. Da quanto si apprende, allo stato attuale delle indagini condotte dalla Procura di Ivrea è invece “prematura” una riflessione sull’applicazione della legge 231 del 2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti in relazione ai presunti reati commessi da manager o dipendenti delle società coinvolte e che vengono perseguite se gli illeciti vengono commessi nel proprio “interesse” o “vantaggio”.

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