La vecchia fabbrica, ora eco mostro, doveva essere abbattuta. "Abbiamo paura", dice Carlo de Felici, abitante di San Basilio
Li dentro può accadere di tutto, non c’è controllo, la gente ha paura. “Io voglio che si muovano, non è possibile aspettare un’altro incendio o un’altra ‘Caivano’ perchè è semplicissimo che possa accadere qua dentro”. E’ arrabbiato Carlo de Felici, residente nel quartiere San Basilio, a Roma, che insieme a molti altri si batte per il recupero della struttura dell’ex fabbrica della Penicillina. Un eco mostro abbandonato da decenni, pieno di amianto e ora è al centro dell’ennesima diatriba tra abitanti e Comune. Dopo diversi incidenti e problemi di sicurezza il fabbricato era stato sottoposto a una procedura di abbattimento con lo stanziamento di oltre sei milioni di euro. Fondi che però piano piano sono stati dirottati su altre “voci di spesa”.
E’ del 30 agosto la notizia che l’ultima tranche di questi fondi, poco più di un milione, è stata definitivamente indirizzata su altri fronti dalla Giunta capitolina. “I cittadini hanno paura – prosegue Carlo – è una zona senza controllo, quello che può accadere non lo sa nessuno. Sono quattro ettari senza controllo. L’abbattimento aveva dato speranza a tutto il settore est della città”. “Non è assolutamente vero”, è la replica del sindaco di Roma Roberto Gualtieri raggiunto a margine di una iniziativa nella Capitale. “Quello era uno stanziamento parziale messo lì senza nessuna attività preliminare quindi erano soldi non spendibili”, ha aggiunto il primo cittadino di Roma. “La ex Penicillina potrebbe diventare una occasione di rilancio per il quartiere. Potrebbe diventare un polo universitario visto che La Sapienza è qui vicino. Trasformare questo spazio in un luogo aperto all’università vorrebbe dire portare in periferia un servizio qualificante”, ha detto Davide Agelilli di Rete Popolare San Basilio.
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