Le violenze riprese con uno smartphone e diffuse sul Dark Web
Dopo un’indagine lampo, partita su segnalazione della polizia australiana, la polizia di stato ha arrestato un romano di 3 anni per violenza sessuale aggravata ai danni di un minore di 10 anni, nonché per produzione, cessione e detenzione di un’ingente quantitativo di file di materiale pedopornografico. La misura è stata disposta al termine di una perquisizione domiciliare e informatica eseguita dal Centro nazionale per il Contrasto della pedopornografia online (Cncpo) del Servizio Polizia Postale di Roma. L’operazione è stata coordinata dalla procura della Repubblica presso il tribunale di Roma.
Si tratta di una vicenda di eccezionale gravità perché gli abusi, ripresi con un smartphone, sarebbero stati compiuti nei confronti del minore di 10 anni figlio di un’amica. Le foto e i video sarebbero poi stati inviati ai frequentatori di una comunità pedofila online di livello internazionale, attiva nel Dark Web. Quando hanno avviato le indagini, gli investigatori della polizia postale non avevano alcuna pista da seguire, a parte gli stessi file illeciti pubblicati e un nickname di fantasia. L’utilizzo del Dark Web garantisce ai propri utilizzatori l’anonimato, complicando notevolmente le indagini. Tuttavia, incrociando i risultati delle ricerche con tecniche di Osint (Open source Intelligence), partendo dalle piccole tracce e dagli elementi conosciuti, dall’analisi degli ambienti e dei luoghi è stato possibile risalire all’identità del presunto abusante e della giovanissima vittima.
L’uomo approfittando delle occasioni in cui un’amica, ignara di tutto, gli lasciava il figlio minore per giocare, avrebbe consumato e ripreso gli atti di violenza sessuale, che avrebbe poi condiviso con altri utenti. Nel tempo l’uomo avrebbe collezionato una quantità smisurata di materiale pedopornografico, ritraente prevalentemente abusi sessuali su minori inferiori a 10 anni. I dati raccolti durante la perquisizione informatica avrebbero confermato tutte le ipotesi investigative: il materiale è stato posto sotto sequestro, mentre l’indagato è stato condotto in carcere. L’utente era ricercato a livello internazionale da altre forze di polizia specializzate, impegnate in attività sotto copertura online nel contrasto alla pornografia minorile all’interno delle comunità pedofile virtuali del Dark Web.
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