Il modo con cui ha indagato sulle reali cause che portarono all'abbattimento del volo Itavia, con la morte di 81 persone, fotografa il suo essere cronista nel senso più alto del termine
Il mondo del giornalismo piange la scomparsa di Andrea Purgatori, stroncato da una grave malattia all’età di 70 anni. Dal caso Ustica alla scomparsa di Emanuela Orlandi, sempre alla ricerca della verità. A costo di scontrarsi contro un ‘muro di gomma’, come il titolo del film diretto da Marco Risi ispirato proprio alle sue inchieste per svelare i depistaggi e le coperture sul tragico incidente aereo del 27 giugno 1980 sulle acque dell’isola siciliana. E proprio il modo con cui Purgatori ha indagato sulle reali cause che portarono all’abbattimento del volo Itavia, con la morte di 81 persone, fotografa il suo essere cronista nel senso più alto del termine. Giornalista, sceneggiatore e autore televisivo, classe 1953, Purgatori è stato a lungo a capo della cronaca del Corriere della Sera, in anni non facili, quando il quotidiano di via Solferino usciva dallo scandalo della P2 che ne aveva travolto i vertici. Giornalista professionista dal 1974, ha conseguito il Master of Science in Journalism della Columbia University a New York nel 1980.
Al Corriere Purgatori si era occupato di terrorismo, intelligence, criminalità, firmando inchieste e reportage memorabili su alcuni tra i casi più scottanti dell’Italia negli ‘anni di piombo’ come il caso Moro. Ha raccontato numerosi delitti di mafia dal 1982, fino alla cattura di Totò Riina. Da reporter di guerra ha realizzato reportage su molti conflitti, come la guerra in Libano del 1982, la guerra tra Iran e Iraq degli anni ottanta, la guerra del Golfo del 1991, l’Intifada e le rivolte in Tunisia e Algeria. È stato autore e conduttore di ‘Uno di notte’ (Rai 1, 1999). Ha realizzato servizi televisivi per Dossier, Spazio Sette, Focus (Rai 2 1978/1988); in video ha condotto anche ‘Confini’ (Rai 3, 1996). Dal 12 maggio 2014 al 15 giugno 2020 è stato anche presidente di Greenpeace Italia.
Dopo la lunga parentesi al Corriere, per cui è tornato a collaborare negli ultimi anni, Purgatori ha scritto anche per l’Unità, Vanity Fair, The Huffington Post e Le Monde diplomatique. Attualmente curava per La7 la trasmissione di inchieste giornalistiche Atlantide, per il quale ha ricevuto il Premio Flaiano 2019 come miglior programma culturale. Nella trasmissione ha affrontato diversi dei temi di cui si è occupato nelle sue inchieste, tra cui in particolare il caso della scomparsa di Emanuela Orlandi. Proprio sul caso della ragazza scomparsa a Roma nel 1980, Purgatori è stato protagonista della docu-serie Netflix Vatican Girl: la scomparsa di Emanuela Orlandi.
Come sceneggiatore per il cinema ha scritto oltre a ‘Il muro di gomma’ (1991) dedicato alla sua inchiesta sulla strage di Ustica, ‘Il giudice ragazzino’ (1994) sull’omicidio del giudice Rosario Livatino, ‘L’industriale’ (2011). Nel 2010 collaborò alla scrittura del film Vallanzasca – Gli angeli del male di Michele Placido, ma poi insieme con Angelo Pasquini ritirò la firma dalla sceneggiatura. È apparso come attore in più episodi della serie televisiva ‘Boris’, nei film di Carlo Verdone ‘Posti in piedi in paradiso’ (2012) e ‘L’abbiamo fatta grossa’ (2016) e nei film di Alessandro Aronadio ‘Due vite per caso’ (2010) e ‘Orecchie’ (2016) e nella serie televisiva ‘1993’ (2017). Tra i tanti risonoscimenti ha ottenuto tra gli altri il Nastro d’argento 1992 per il miglior soggetto con ‘Il muro di gomma’, il Premio Hemingway di giornalismo nel 1993, il Premio Crocodile – Altiero Spinelli per il giornalismo nel 1992, il Globo d’oro 1994 per la miglior sceneggiatura con ‘Il giudice ragazzino’ e nel 2009, con Marco Risi e Jim Carrington, si è aggiudicato il premio Sergio Amidei per la miglior sceneggiatura internazionale con il film ‘Fortapàsc’ sull’omicidio del giovane giornalista Giancarlo Siani.
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