Accuse di “violenza” e “violenza sessuale” nei confronti della moglie dalla quale si sta separando per Omar Favaro, noto alle cronache per il delitto di Novi Ligure, ad Alessandria, del 2001, per il quale fu condannato con la fidanzata Erika De Nardo. La moglie lo accusa di violenze e stupro ma non solo: la figlia dei due, dice lei, avrebbe assistito alle violenze. Il caso, anticipato da Repubblica e confermato a LaPresse dall’avvocato di Favaro, è in tribunale a Ivrea, dove pende una causa di separazione tra i due, che si intreccia con l’affidamento della figlia. “Sono accuse che noi riteniamo infondate e strumentali nell’ottica di una causa civile di separazione giudiziale, pendente da oltre un anno al tribunale di Ivrea, nell’ambito di una conflittualità tra coniugi in cui si discute dell’affidamento della figlia minore”, spiega a LaPresse Lorenzo Repetti, che difese Omar Favaro anche dopo il delitto di Novi Ligure (in cui la madre e il fratellino di Erika furono uccisi). “Nell’ambito della causa si è discusso di chi dovesse essere il genitore affidatario: prima la bimba fu affidata al padre, poi alla madre. E’ poi stata fatta una ctu depositata a febbraio che dice che c’è capacità genitoriale di entrambi”. Le accuse di stupro sono emerse nel marzo 2023.
“La perizia è stata depositata e dice che c’è una capacità genitoriale anche del padre. Le accuse vanno contestualizzate nel caso di una separazione accesa tra i due”, dice ancora Repetti a LaPresse. Sul passato, secondo quanto si apprende, Omar non dice nulla: “Non c’è alcun collegamento”, conferma il legale che dice che questo passato potrebbe essere “strumentalizzato” dalla moglie. Il caso è esploso perché il pm ha chiesto il divieto di avvicinamento per Favaro alla moglie e alla bambina, richiesta rigettata dal gip. Il pm ha allora fatto ricorso al Tribunale delle Libertà: “Si attende la decisione”, dice ancora Repetti. “E’ stata rigettata perché i due non vivono insieme e non si ravvisava un rischio”.
Il procedimento per violenza sessuale e maltrattamenti alla moglie, a carico di Omar Favaro è però partito da segnalazioni pubbliche e non dalle dichiarazioni della donna. È quanto apprende LaPresse da fonti investigative. La donna è stata sentita solo in un secondo momento: Favaro è accusato dalla procura di Ivrea di violenza nei confronti della moglie dalla quale si sta separando, e si contestano anche episodi nei quali la figlia minorenne dei due avrebbe assistito alle violenze. L’apertura del procedimento risale a qualche mese fa ed è dunque scollegata da quello per la separazione conflittuale e l’affidamento della piccola. La donna è stata dunque sentita in un secondo momento, nel quale ha raccontato le presunte violenze, parlando anche di un episodio di violenza sessuale. Omar Favaro fu condannato per aver ucciso nel 2001 con la fidanzata Erika De Nardo il fratellino e la madre di lei. Secondo quanto si apprende, Omar Favaro non aveva contezza del procedimento penale a suo carico fino a pochi giorni fa. Il pm Lodovico Bosso, guidato dalla procuratrice capo Gabriella Viglione, ha fatto richiesta della misura del divieto di avvicinamento, respinta però dal gip. Ora hanno fatto appello: deciderà il tribunale del Riesame. I fatti per i quali la procura ha chiesto il divieto di avvicinamento sono “seri e importanti”, secondo quanto trapela dalla procura. La misura richiesta è una misura non custodiale, nata con il codice rosso, per i casi in cui non ci sono fatti che possano giustificare la richiesta di misura cautelare in carcere ma ci sono comunque fondati dubbi sull’incolumità della vittima.
“Dobbiamo sempre valutare l’insieme della situazione, anche i pregressi, in tutti i casi di questo tipo”. Così a LaPresse Gabrielle Viglione, procuratrice capo a Ivrea, contattata a proposito del caso che vede indagato Omar Favaro per violenze nei confronti della moglie dalla quale si sta separando. Oltre al procedimento penale, è pendente un procedimento civile per la separazione conflittuale tra i due e per l’affidamento della figlia minorenne.