Secondo le motivazioni della sentenza la valanga era "imprevedibile" e non ci sono "elementi per affermare che ci sono state responsabilità degli imputati"

In 300 pagine di motivazioni è stato chiarito il perché della sentenza Rigopiano, che, in giudizio abbreviato, ha assolto 24 dei 30 imputati per la tragedia dell’albergo distrutto il 18 maggio 2017 da una slavina, provocando 29 vittime e lasciando 11 sopravvissuti. Il giudice dell’udienza preliminare, Gianluca Sarandrea ha escluso la sussistenza del delitto di disastro colposo e condannato per omicidio colposo plurimo 3 imputati, assolvendo gli altri.

Le motivazioni danno atto del percorso logico giuridico che ha condotto alla decisione, in parte difforme dalle richieste dei pubblici ministeri e delle parti civili. In breve, viene ribadita l’imprevedibilità della valanga, come già indicato nel dispositivo di sentenza e questo all’esito della perizia del pool di 4 esperti, incaricati dal gup Sarandrea, di fare chiarezza sulle cause della tragedia. I consulenti del tribunale non hanno potuto escludere con “ragionevole certezza” se la scossa di terremoto, avvenuta al mattino, abbia influito sulla formazione della valanga. Da qui l’assoluzione. Sono mancati gli “elementi per affermare che ci siano state responsabilità degli imputati in ordine al reato” di disastro Colposo. La procura della Repubblica di Pescara ha 45 giorni di tempo per presentare appello.

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