Maxi operazione della polizia di Catania in diverse province italiane

Attiravano i “clienti” offrendo loro un servizio completo, garantendo il trasporto dal Paese d’origine dei migranti, sino alla loro meta negli Stati dell’Unione europea, in particolare la Francia. Solo alla fine rivelavano il prezzo del servizio, garantendosi in questo modo l’impossibilità del rifiuto. Al termine dell’attività investigativa denominata “Landayà”, che in lingua dioula (parlata in Burkina Faso, Costa d’Avorio e Mali) significa “fiducia”, i poliziotti della Squadra mobile di Catania hanno posto in stato di fermo 17 delle 25 persone destinatarie del decreto emesso dal pubblico ministero, mentre otto non sono state rintracciate perché non presenti in Italia. All’esecuzione dei fermi hanno collaborato gli agenti delle Squadre mobili di Asti, Cuneo, Genova, La Spezia, Pavia, Rimini, Savona e Torino. Gli indagati sono accusati di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, aggravata dall’aver agito in più di dieci persone, e di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina pluriaggravata dall’avere agito in più di tre persone in concorso tra loro, e per avere commesso il fatto al fine di trarne profitto anche indiretto e dalla transnazionalità. L’indagine è iniziata nel gennaio 2021. Il gruppo criminale era composto da cittadini della Costa d’Avorio, Guinea, Mali e Burkina Faso, proprio come la maggior parte dei migranti che gestiva. Le tariffe per i servizi offerti erano variabili, dipendevano dagli accordi e dalla lunghezza del viaggio, e potevano oscillare da 200 euro per un semplice passaggio di confine, arrivando sino a 1.200 per viaggi più lunghi. Il pacchetto poteva comprendere anche la fornitura di documenti falsi, green pass e patenti contraffatte, ospitalità all’arrivo nel paese di destinazione. Dalle intercettazioni è emerso inoltre che in molti casi, oltre al pagamento in denaro, i trafficanti di esseri umani riscuotevano anche prestazioni sessuali.

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