Giornalista, scrittore, conduttore radiofonico e televisivo italiano, autore di importanti inchieste per la Rai, aveva 95 anni

È morto all’età di 95 anni Gianni Bisiach, giornalista, scrittore, conduttore radiofonico e televisivo italiano, autore di importanti inchieste per la Rai. A confermare la notizia il sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna, che lo ricorda definendolo “una persona straordinaria, come tutta la sua vita. Un grande, grandissimo goriziano”.

“Sono profondamente rattristato per la scomparsa di Gianni Bisiach, uno dei protagonisti della storia del giornalismo italiano del secondo Novecento che ha dato molto alla Rai e più in generale alla televisione nazionale. Ero legato a lui da sincera amicizia in un rapporto personale al quale devo molto. Esprimo sincero cordoglio a nome mio e del governo per questo grave lutto che colpisce il mondo della cultura”, ha detto il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. Per Vittorio Sgarbi Bisiach “è stato un professionista scrupoloso, devoto ai fatti, lontano da ogni pregiudizio ideologico o politico, e per questo esempio raro, soprattutto se lo paragoniamo a certo giornalismo fazioso dei giorni nostri. Tristezza per la sua scomparsa”, ha detto il sottosegretario alla Cultura.

“Mi unisco al cordoglio per la scomparsa di Gianni Bisiach. Grande giornalista e conoscitore della storia, i suoi programmi culturali sono entrati nelle case di tutti gli italiani. Un abbraccio a tutta la famiglia Rai per questa dolorosa perdita”, scrive su Twitter il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani.

 

Il ricordo del sindaco di Gorizia

Il sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna, ricorda Gianni Bisiach,ineguagliabile testimone dei tempi“, sottolineando che “se n’è andato, alla bella età di 95 anni, gran parte dei quali vissuti alla ricerca del mondo, direi dell’uomo, in ogni suo aspetto, in ogni suo segmento raccontandolo in modo magistrale e spesso contribuendo a cambiarlo in meglio. Gli telefonavo ad ogni compleanno per fargli gli auguri ed era sempre un grande piacere”. “Nel 2011 gli era stato conferito il Premio Patroni ‘Città di Gorizia’ che lui aveva davvero apprezzato. Molti lo ricordano come un grande giornalista, qual era, profondo conoscitore dei costumi e della politica nazionale e internazionale ma è stato anche scrittore, medico, conduttore radiofonico e televisivo e regista”, ricorda Ziberna, che ripercorre le tappe della vita del giornalista: “Era nato a Gorizia nel 1927 e si era diplomato nel 1946 al liceo scientifico della città per poi spiccare il volo. Due lauree in medicina con il massimo dei voti, una delle quali in Africa, spaziando in varie specialità e lavorando con i più grandi luminari dell’epoca fra cui Franco Basaglia. Contemporaneamente coltivava una sua grande e precoce passione, già emersa quando viveva a Gorizia, quellà del cinema, collaborando con mostri sacri come Cesare Zavattini, Michelangelo Antonioni e Roberto Rossellini. Nel 1969 realizza il film ‘I due Kennedy’, prodotto da Angelo Rizzoli e Alfredo Bini e insignito del Premio Spoleto Cinema 1970 a pari merito con Luchino Visconti (‘La caduta degli dei’) e Federico Fellini (‘Fellini Satyricon’)”. 

Nel 1965 realizzò l’inchiesta ‘La pena di morte nel mondo’ con la collaborazione di Robert Kennedy: salverà dalla camera a gas di San Quintino il condannato a morte Dovie Carl Mathis, fornendogli i mezzi per un’efficace difesa. “Questo e molto, molto altro era Gianni Bisiach. Per cui oso dire che non solo Gorizia ma l’intera società internazionale perde uno straordinario quanto forse ineguagliabile testimone dei tempi. A nome di tutta la città esprimo sentite condoglianze ai familiari. Ciao Gianni, fai buon viaggio”, conclude Ziberna.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata